Nel corso della trasmissione Mangiafuoco, in onda su Rai2 la sera dell’11 luglio, si è parlato di sexting, revenge porn e cyberbullismo, fenomeno in aumento fra i giovani ancora in età scolare. Sono intervenuti Mario Rusconi, presidente ANP-Lazio, che ha parlato dei risultati ottenuti insieme all’osservatorio Osservare Oltre e alla redazione di eTutorWeb.it, che hanno raccolto moltissimi dati sulla diffusione dei fenomeni del sexiting e revenge porn tra gli adolescenti in italia. Inoltre, sono state ascoltate alcune testimonianze di giovani vittime dei fenomeni e i resoconti della polizia postale.
Fra le varie testimonianze e gli interventi, spicca senz’altro quello dello psichiatra Paolo Crepet, che altre volte si è esposto su temi che riguardano figli, genitori e scuola.
La società fa finta di non capire
Innanzitutto per Crepet c’è un problema della società, legato all’aspetto commerciale della “vendita” del proprio corpo: “quando cresci, diventi un compratore e cominci ad acquistare, esordisce Crepet. E se acquisti vuol dire che il commercio ha voluto. Qualcuno fa finta di non capire”.
“La gente si sta scavando la fossa e poi dice: stiamo precipitando”
Poi entra a gamba tesa sui genitori, riferendosi ai casi di adescamenti online e dei giri di prostituzione minorile che negli ultimi anni hanno caratterizzato la cronaca: “Se una figlia di 10, 11 anni si mette il rossetto, perché la mamma non lo capisce? Mia nonna lo avrebbe capito. Un linguaggio di una chiarezza disarmante. Un evidente richiamo sessuale. Se a questi fenomeni rispondiamo coi sorrisetti o il compiacimento, di cosa ci lamentiamo? La gente si sta scavando la fossa e poi dice: Stiamo precipitando”.
Crepet parla inoltrei di un’ “Italia senza midollo, invertebrata. Perché gli adulti si occupano di tutto tranne che del futuro. Perchè stiamo parlando del futuro”.
Anche gli insegnanti lo sanno. Ma la colpa resta dei genitori
Lo psichiatra tira in ballo anche la scuola e gli insegnanti, in quanto a suo modo di vedere, i docenti si accorgono di tali comportamenti anomali degli alunni. Ma la colpa è comunque dei genitori: “se non si accorgono di quello che fanno i minori, la colpa è loro. Che facciamo? Evitiamo la patria potestà e liberi tutti?”
Infine, secondo Crepet, il fenomeno della sessualità fra i giovanissimi non è iniziata con internet. Sicuramente lo strumento ha amplificato e agevolato, ma l’origine è più lontana: “Io la chiamo educazione liquida, dove non esistono regole e soprattutto non esistono NO”.
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