Ieri abbiamo riportato l’accorato appello della docente Giovanna Corrao, l’insegnante che, durante una diretta Facebook, ha parlato del caso dello stupro di Palermo richiamando all’ordine i genitori e, in generale, tutta la comunità educante, responsabile delle falle nell’educazione dei giovanissimi di oggi.
Le sue efficienti parole, al grido di “siamo falliti”, si sono diffuse velocemente sui social, ricondivise da migliaia e migliaia di utenti che si trovano d’accordo con lei. A contattarla e ad esprimerle vicinanza è stata anche Nuccia Albano, assessora della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro.
Quest’ultima ha telefonato alla Corrao: “Ho ascoltato attentamente le parole della professoressa Giovanna Corrao, dopo il gravissimo episodio di violenza sessuale di Palermo. Da nonna, mamma e da assessore alla Famiglia condivido molto di ciò che ha detto. È per questo che oggi pomeriggio ho deciso di mettermi in contatto con lei. Credo che tutti insieme abbiamo l’obbligo di risalire la china del fallimento sociale di cui l’insegnante parla nel video”, ha detto in un comunicato.
Albano crede in un coinvolgimento della docente per intervenire al più presto e cercare di cambiare le cose: “Ho proposto alla docente di confrontarci sugli strumenti comunicativi più utili per sensibilizzare l’opinione pubblica e per svegliare le coscienze. Abbiamo condiviso la necessità di sostenere azioni sinergiche che possano favorire una rinascita dei valori sia tra i giovani che all’interno delle famiglie”, ha concluso.
Ecco un estratto dal video della docente: “Siete vili, siete ipocriti, vi fate solo selfie e i figli li lasciate soli davanti ai cellulari. I vostri figli li dovete controllare. Privacy? Il bambino, l’adolescente, non ne ha. Siamo noi i responsabili dei nostri figli, di quello che fanno e che non fanno. Il fallimento è il nostro. Inutile che vi scandalizzate perché i vostri figli fanno cose illecite e per dire no siete disposti ad essere perseguiti legalmente. Vergogna, siete inutili. Anche quando siete convinti di conoscere i vostri figli prendete in considerazione che invece non li conoscete. Sì, si comportano come i bulli, perché sennò si sentono di non contare nulla”.
“Invece di pensare al parrucchiere, al massaggio, ai viaggi: non ve l’ha prescritto il medico di fare figli. State bene anche senza visto che non ve ne sapete occupare. Non basta mettere al mondo dei figli per essere genitori, lo dovete diventare. Questa società è piena di figli che lasciate tornare a casa tranquillamente alle 4 di mattina ubriachi. Non vi rendete conto che pagherete tutto ciò. Il problema nasce a monte, se fai un figlio lo devi seguire. La comunicazione non funziona, usate codici sbagliati e vi seccate, siete stanchi. Ma non è possibile essere stanchi se si è docenti o genitori. Io tengo il cellulare acceso di notte per i miei ragazzi”.
“Se ti vergogni a chiedere aiuto ai tuoi genitori perché sei solo piccolo, inesperto, chiama me. Non mi disturbi, esco di casa e ti aiuto. Ma voi controllateli i vostri figli. Controllare non significa ossessionare, ma sapere che poi i figli possono andare da soli sulle proprie gambe. La comunità educante non può essere solo astratta ma deve essere un mondo completo. Aprite gli occhi, immischiatevi, siate parte attiva, guardateli i figli in faccia, parlate, parlate con i docenti, chiedete ai vostri figli. Non avete la bacchetta magica, ma bisogna osservare, dovete dormire con un occhio aperto e uno chiuso”.
“Il 13 settembre ricomincia la scuola: venite a parlare con noi, credeteci. Il futuro è nelle nostre mani. Chi ha un figlio se ne deve occupare. I figli ci guardano. Se una cosa non si fa non abbiate paura di dire no. Cerchiamo di risalire la china dei falliti”.
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