Esce agli esami di stato “Nedda, Bozzetto siciliano” di Giovanni Verga: una delle sette tracce proposte dal ministero dell’Istruzione ai maturandi.
E non poteva essere altrimenti per i motivi su cui ci eravamo intrattenuti.
E infatti la novella fu pubblicata il 15 giugno 1874 nella “Rivista italiana di scienze, lettere e arti” e segna il passaggio decisivo della sua poetica e della materia del suo interesse.
Da Tigre reale a Nedda, dalla borghesia alla vita contadina, da Milano a Catania.
Infatti quando compose la novella, Verga già pensava di ritornare in Sicilia e pure di sganciarsi dal pathos melodrammatico dei romanzi “borghesi”, per cui se da un lato indugia sulle tinte forti e passionali, dall’altro ambienta la storia in una Sicilia rurale e originale dentro la quale torva la chiave di volta perla sua futura produzione.
Dunque una novella che rappresenta, sia la sua permanenza nella Milano della grandi occasioni editoriali, ma anche la decisione del ritorno in a casa, fra i suoi campi e la sua gente.
Nedda è insomma un testo di passaggio e maturazione verso le opere che assicureranno la fama al narratore siciliano.
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