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Giovedì Santo al femminile in un paesino siciliano

“Gesù, come è dimostrato in diversi passi del Vangelo ha dato valore al ruolo delle donne – dice Rosetta Catalano, insegnante elementare in pensione, e da quindici anni Superiora della Congregazione – Il femmineo non solo è presente, ma è messo in prima linea. Valga per tutte l’Annunciazione alla Madonna, laddove l’Arcangelo Gabriele chiede a Maria il consenso di divenire Madre di Dio. Valga l’unzione con gli oli profumati dei piedi di Cristo, fatta da una donna proprio quando Gesù si avvia al suo Calvario. Valga infine, la sua prima apparizione dopo la resurrezione, alle pie donne ”.

 
Dodici consorelle hanno impersonato i discepoli di Cristo, rappresentato dal sacerdote.
Sul tavolo, per ognuna di loro, la pecorella di pasta reale, un grande “panuzzu di cena”, di mezzo chilo, una lattuga, un’arancia e un cedro. Simboli propri della ritualità. Le pecorelle sono espressione figurata di innocenza e umiltà. I “panuzzi di cena”, rotondi, hanno al centro un taglio che fa pensare alla Croce, e ai suoi quattro lati. La circolarità della loro forma riconduce all’universalità di Dio, i quattro lati all’universo terreno. Il cedro ci riporta al ricordo biblico di Re Salomone che si servì del legno di cedro per l’edificazione del tempio di Gerusalemme (anche se il cedro in questione era il “libanese”, diverso da quello mediterraneo). L’arancia, grazie al suo colore e alla forma, è il simbolo del sole, del suo calore che è fonte di luce e motore propulsore della terra.Il finocchio, che tradizionalmente è stato sul tavolo dell’ultima cena e che quest’anno è stato sostituito dalla lattuga, è bianco. Colore cheesprime qualità proprie della figura del Salvatore: purezza, onestà e verità. 
La scelta per stabilire le dodici consociate alle quali è demandato il ruolo di “apostoli” avviene mediante sorteggio la Domenica delle Palme, dopo la celebrazione eucaristica, alla presenza del parroco che è anche il direttore spirituale della Congregazione dell’Addolorata. 
La Confraternita, istituita nel 1754, per circa cento anni vide la partecipazione congiunta di uomini e donne. Nel 1850 avvenne la scissione. 
Oggi ne fanno parte 300 donne che partecipano attivamente alla vita religiosa, sociale e culturale della Comunità religiosa. Per “l’ultima cena”, le consorelle indossano “l’abitino”: un pezzetto di panno nero dove è rappresentata la Madonna che tiene in braccio il figlio morto, dopo la deposizione dalla croce.
Redazione

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