Un selfie davanti ad un treno in arrivo, una foto mentre si è sdraiati sui binari, un convoglio preso ‘al volo’ salendo sul mezzo in movimento: la Polizia Ferroviaria monitora il ripetersi delle sfide folli tra i giovani, mode pericolosissime che hanno fatto spesso registrare conseguenze tragiche, come nel caso del quindicenne morto folgorato a Porcari (Lucca) dopo essere salito sul tetto di un treno. “Non possiamo parlare di un vero e proprio fenomeno ma di episodi che tuttavia di tanto in tanto si ripresentano”, dice all’Adnkronos il vicequestore aggiunto della Polizia Stato in servizio presso la Polizia Ferroviaria.
Per citare i casi più recenti, le due ragazze sorprese sui binari per un autoscatto da brivido a Torino, i quattro giovani che in Sardegna si sono sdraiati tra le rotaie per poi scansare all’ultimo momento il convoglio lanciato a tutta velocità, il ragazzo che si è attaccato al predellino posteriore di un locomotore per circa 80 metri.
“I giovani talvolta si rendono protagonisti di gesti sconsiderati, quasi ‘cercandoli’: si tratta di episodi del tutto marginali. Più spesso rimangono vittima di imprudenze dovute alla scarsa conoscenza dei pericoli presenti sullo scenario ferroviario: ad esempio non tutti riflettono sul fatto che un treno lanciato a 120 Km/h impiega quasi un chilometro per arrestare la propria marcia, un treno ad Alta Velocità a 300 km/h impiega oltre 4 km, né il macchinista ha la possibilità di sterzare per evitare l’impatto”.
Quanto alla cosiddetta ‘incidentalità accidentale giovanile’, “se nel 2014 si è assistito ad un aumento dell’80% con il passaggio da 5 a 9 vittime (rispetto al 2013) a fronte invece di un calo complessivo della mortalità (da 69 a 60), nei primi 6 mesi di quest’anno -aggiunge Caccia- abbiamo riscontrato l’assenza tra le vittime di giovani sotto i 20 anni ed una riduzione della mortalità complessiva pari a -34%. Il dato fa ben sperare per il futuro”.
Sotto il profilo psicologico, “il selfie davanti al treno rappresenta una modalità tipica di comportamento adolescenziale: individuare delle azioni rischiose su cui mettersi alla prova, per dimostrare di esistere a sé e agli altri, proporsi come leader di un gruppo. Come la moda di sdraiarsi sui binari o, per uscire dall’ambito ferroviario, i tentativi di saltare da un balcone all’altro. Ora poi, con la diffusione dei social network, le mode diventano trasversali in vari Paesi e si propagano molto più velocemente che in passato, aumentando il pericolo di emulazioni. Il problema è che a quell’età si è portati a sottovalutare le conseguenze di certe azioni”.
Per sensibilizzare le giovani generazioni sulla pericolosità di certi comportamenti, la Polizia ha avviato diverse campagne presso le scuole dopo aver formato gli operatori sugli aspetti psicologici e comunicativi da ricordare nel rapportarsi agli studenti: il progetto ‘Train…to be cool’ ha raggiunto 33mila studenti in 340 incontri presso 278 istituti scolastici in tutto il territorio nazionale. Campagne di educazione alla sicurezza ferroviaria sono state organizzate anche con l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e le Federazioni sportive (FIP- pallacanestro- e FIR – rugby-) con eventi ludico-sportivi in cui i ragazzi hanno appreso alcune semplici cautele per la sicurezza.
Al di là delle sfide folli per provare il brivido del treno in arrivo, sono numerosi anche gli incidenti causati da distrazione o imprudenza: giovani che si avvicinano troppo ai treni in transito perché distratti da cuffie musicali o telefonini, persone senza fissa dimora o affette da malattie che fanno perdere il senso dell’orientamento, tipo alzheimer, che camminano lungo la linea ferroviaria (35 vittime nel 2014), persone che attraversano i binari (10 vittime lo scorso anno), o che superano i passaggi a livello con le barriere abbassate (6 vittime nel 2014) ed altre condotte imprudenti (6 vittime nel 2014), come il caso di un ragazzo di 17 anni investito a luglio mentre faceva jogging accanto ai binari. La moda di sedersi sulla banchina con le gambe ‘penzoloni’ sulla sede ferroviaria è costata la vita un paio di settimane fa ad un diciassettenne di Treviso.
Quanto ai suicidi, il fenomeno in ambito ferroviario è in lieve aumento con il passaggio da 142 casi del 2013 a 144 nel 2014; in aumento anche i tentativi di suicidio, da 44 a 56 episodi. Per lo più suicidi e tentativi di suicidio si verificano in stazione (48%) e lungo la linea ferroviaria (43%). Si tratta generalmente di uomini (66% dei casi) di nazionalità italiana (87%). Le fasce di età più colpite sono: 30-39 anni (38 tra suicidi e tentativi) e 50-59 anni (37 tra suicidi e tentativi).
La regione più colpita dal fenomeno è la Lombardia (41 tra suicidi e tentativi) seguita da Emilia Romagna (26), Veneto (23) e Toscana (24). Il primo semestre dell’anno fa registrare un aumento dei suicidi (9%) rispetto ad analogo periodo dell’anno precedente, con il passaggio da 66 a 72 episodi ed un incremento anche dei tentativi, da 30 a 33. (Adnkronos)