Se la percentuale di docenti che manifestano perplessità sul bonus premiale è basse, la colpa è del Governo. Che lo ha imposto, anziché condiviso.
A sostenerlo è la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, commentando la bassa percentuale di scuole in cui si registra un atteggiamento di consenso da parte degli insegnanti verso il bonus premiale di 200 milioni di euro introdotto con il comma 126 della Buona Scuola.
“Se dovessimo ricorrere a una metafora per descrivere i comportamenti che emergono – dichiara la leader del sindacato di comparto – potremmo dire ‘né guerriglia, né Aventino’, ma un corpo professionale che non tralascia mai le opportunità di intervenire nel merito delle questioni, senza fughe né arroccamenti, assicurando un suo qualificato contributo di elaborazione e di proposta ogni qual volta è messo in condizione di essere attore dei processi che lo riguardano”.
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“È la conferma di quanto andiamo da tempo sostenendo – prosegue la segretaria generale – in tema di valorizzazione del merito non vi sono atteggiamenti di rifiuto pregiudiziale, dissensi e perplessità nascono da modalità ‘discutibili e mai discusse’, estranee e lontane dalle migliori esperienze del mondo della scuola, al quale si vorrebbero imporre in modo unilaterale”.
In conslusione, per la Gissi, “la sede più giusta e opportuna di confronto e di decisione su questi temi, resta quella contrattuale: rimane incredibile che questo Governo non se ne renda conto e si rifiuti di accettarlo, preferendo solleticare qualche vanità verticistica piuttosto che valorizzare le vie e gli strumenti del dialogo e della condivisione”.
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