“Non è accettabile che alle motivazioni di uno sciopero, puntuali e precise, afferma Gissi, si risponda deviando il discorso su altre questioni, come fa la ministra: ci dica se i lavoratori della scuola hanno diritto o no a vedersi rinnovato un contratto fermo da troppi anni. Ci dica se è vero o no che i nostri insegnanti, il personale ATA e gli stessi dirigenti continuano a essere i meno pagati in Europa, portando per intero sulle loro spalle la fatica di far vivere e funzionare ogni giorno la scuola pubblica italiana. Ci dica perché non accetta che i lavoratori pretendano garanzie di obiettività e trasparenza nelle procedure di assegnazione di sede, o si rifiutino di veder trasformata la valorizzazione professionale in un concorso a premi”.
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