Maddalena Gissi, segretaria nazionale della Cisl scuola, commentando l’obbligo vaccinale per tutto il personale scolastico: docenti, bidelli e presidi, compreso il personale addetto alla sorveglianza, alla pulizia e alla mensa, ha precisato: “Non ci siamo mai tirati indietro sui vaccini ci affidiamo alla scienza. Non abbiamo mai sottovalutato questa situazione e abbiamo sempre incentivato i colleghi alla vaccinazione. Ovviamente pretendiamo garanzie per le condizioni di reale fragilità, presenti in tutti i settori lavorativi. Siamo d’accordo”.
Intanto tutto il personale scolastico o fa il vaccino o perde lo stipendio. Senza vaccino infatti è prevista l’immediata sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa “senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento”.
Da qui anche la dichiarazione dell’Anp, secondo cui bisogna accelerare i tempi per le somministrazioni, anche per la terza dose: “E’ fondamentale istituire una corsia preferenziale per la terza dose e che si debba andare verso l’obbligo generalizzato e non solo per alcune categorie come quella scolastica, in gran parte vaccinata”.
Secondo i dati diffusi dal ministro all’istruzione Patrizio Bianchi, il 94% del personale scolastico ha ricevuto almeno la prima dose e il 92% ha avuto anche la seconda. In quel 2% di differenza ci sono molti docenti che hanno avuto il covid quindi sono fermi alla prima somministrazione. Nel restante 6% ci sono i fragili e, poi, tutti coloro che hanno scelto di non vaccinarsi e vanno a scuola con un Green pass generato dai tamponi. Per loro, su cui tanto si è discusso in merito al costo dei test e alla richiesta da parte di alcuni di renderli gratuiti.