Anche nella scuola il clima potrebbe surriscaldarsi se non si avvia immediatamente una fase di confronto che si rivendica sia sul rinnovo del contratto, dopo che il nuovo assetto dei comparti pubblici è stato definito, sia su molte altre partite aperte sulle quali dal MIUR continuano a non arrivare risposte.
Se ne è discusso al Consiglio Generale della CISL Scuola, dove la segretaria generale, Maddalena Gissi, ha avuto il mandato di valutare anche l’eventualità di nuove e più incisive azioni di lotta dopo la manifestazione nazionale già in programma per il 28 aprile a Roma, un’iniziativa da tempo messa in cantiere assieme agli altri sindacati scuola più rappresentativi.
“In tutte le scuole va avanti la raccolta di firme sulla petizione che indica una serie precisa di obiettivi” – afferma la Gissi – “ritenuti indispensabili per una piena valorizzazione del lavoro di tutto il personale: docenti, ATA, dirigenti. Il rinnovo del contratto è a tal fine un passaggio essenziale, da cui ottenere risposte sia sul piano economico che normativo“.
Nel frattempo si registrano gli esiti deludenti su questioni che si trascinano da mesi senza risposte risolutive (come sulla decurtazione retributiva subita dai dirigenti); su altre non si riesce nemmeno ad aprire tavoli di confronto.
“Dal ministro Giannini un atteggiamento che è ai limiti del comportamento antisindacale, non vorremmo essere costretti, in assenza di convocazione degli incontri che abbiamo chiesto, ad attivare azioni di contenzioso” – precisa la segretaria generale.
Nel dibattito in Consiglio Generale largo spazio ha avuto la discussione sulle prospettive che si delineano per la contrattazione nei settori pubblici, dove alla tendenza a intervenire per legge nella disciplina di materie che hanno forte impatto sul rapporto di lavoro si accompagna la difficoltà a individuare spazi reali per una contrattazione di secondo livello che possa liberare risorse da destinare alle retribuzioni anche con forme di detassazione.
“I lavoratori della scuola” – sostiene Maddalena Gissi – “vogliono recuperare e giocare fino in fondo un pieno protagonismo su una scena da troppo tempo dominata da attori che si muovono con tanta arroganza ma scarica conoscenza dei problemi reali che occorre affrontare e risolvere per dare giusto valore al nostro sistema di istruzione e formazione. É il nostro lavoro che fa la scuola, lo diremo forte al Paese e al Governo nelle prossime settimane“.
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