Personale ATA cresciuto in questi anni del 12,2%? Il dato, che si dice ripreso dalla relazione della Corte dei Conti sul Pubblico Impiego, compare oggi su Repubblica e appare a dir poco stupefacente, tanto che l’articolista aggiunge una chiosa (“e questo non si era mai detto”) che sarebbe del tutto comprensibile se il dato fosse vero.
Purtroppo non lo è, si tratta di un’autentica svista (non l’unica, peraltro) nella lettura dei dati riportati in una tabella che registra, nel periodo 2008-2014, l’avvenuto incremento dei posti ATA coperti con contratto a tempo indeterminato – afferma la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.
Peccato che tale incremento avvenga in un contesto di complessiva riduzione dei posti in organico, scesi (sempre stando ai dati della Corte dei Conti) dai 245.485 del 2008 ai 206.170 del 2014. Questa, ahimé, la vera realtà, che una lettura attenta dei numeri restituisce impietosamente. E la discesa purtroppo non si è arrestata, se i posti in organico di diritto del personale ATA per il prossimo anno scolastico sono ulteriormente diminuiti, scendendo a 203.534.
Dunque nessun incremento, se non una giusta e doverosa stabilizzazione del lavoro, frutto anche delle vertenze condotte nel difficilissimo periodo preso in considerazione e ancora oggi da completare, essendo ostacolata dal perdurante blocco delle assunzioni. Quella subita dagli organici del personale ATA è una secca diminuzione, che non aiuta certamente il buon andamento del servizio e ha pesanti riflessi sulle condizioni di lavoro del personale. Anche qui ci aiuta qualche numero:
non è calato, dal 2007 a oggi, il numero degli alunni (erano 7.742.294 nel 2007, saranno 7.727.000 nel prossimo anno scolastico, una differenza impercettibile destinata quasi certamente ad annullarsi quando si riscontreranno gli alunni effettivamente frequentati a settembre);
non è calato il numero delle unità scolastiche funzionanti (erano 41.862 nel 2007 – i 50.000 cui si accenna nell’articolo risalgono alla notte dei tempi – sono oggi 42.774).
Se ne ricava che a fronte di una sostanziale stabilità della popolazione scolastica e della rete di edifici che quotidianamente li ospita, dal 2007 a oggi i posti di personale ATA sono calati di quasi il 20% (da 252.261 dell’anno scolastico 2007/2008 agli attuali 203.534 – meno 19,3%).
Su questi dati occorre riflettere, a questi dati facciamo riferimento quando denunciamo la difficoltà, talvolta l’impossibilità delle scuole di rendere efficacemente il proprio servizio, mettendo a rischio in molti casi la risposta a esigenze che dovrebbero ritenersi ordinarie, come l’apertura e la chiusura dei plessi o l’assistenza agli alunni delle fasce di età più basse, o a quelli con disabilità. Se si vuole che la scuola funzioni bene, non basta chiamarla “buona scuola”, bisogna dotarla di risorse e non di privarla addirittura di quelle indispensabili per l’ordinario funzionamento.
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