Si torna parlare di gite scolastiche, in un momento in cui sembra essere ormai alle spalle l’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Di recente molto si è detto in merito: le gite sono state oggetto di “minacce” da parte di alcuni presidi romani alle prese con occupazioni nelle proprie scuole. Questi hanno pensato di vietarle come “punizione” ai loro studenti, tra polemiche e prese di posizione.
A dire la propria sulla questione è stata Cristina Costarelli, dirigente scolastica del liceo Newton di Roma e presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio su un post di Facebook. Quest’ultima ha messo l’accento sulle difficoltà che i docenti affrontano quando vanno in gita con gli studenti, e soprattutto sulle loro responsabilità.
“Indiscutibile che i viaggi di istruzione siano uno dei momenti più felici del percorso scolastico, soprattutto in un anno come questo che vede un generalizzato ritorno alla normalità. Ma non andrei a scherzare sulla responsabilità e l’impegno che assumono i docenti quando si rendono disponibili come accompagnatori: quale altro lavoratore assumerebbe l’onere di ‘passare la notte a controllare che i ragazzi non si calino dalle finestre’ gratuitamente?”, ha puntualizzato.
“E siamo certi che gli stessi genitori che auspicano l’organizzazione dei viaggi sarebbero poi ben disposti e comprensivi se capitasse casualmente qualche sinistro al proprio figlio? E se un docente ha problemi personali per cui non può andare in viaggio? Senza dimenticare le responsabilità civile e penale sempre attive quando si assumono doveri di vigilanza sugli studenti”. Insomma, fare l’accompagnatore nei viaggi di istruzione non è certo una passeggiata, soprattutto se sopraggiungono incidenti.
“Ecco, ricordiamoci di questi aspetti quando si parla di viaggi di istruzione nelle chat dei genitori o si firmano lettere accorate ai docenti e ai DS: tutti abbiamo piacere a lasciar vivere agli studenti queste esperienze, ma ciò dovrebbe avvenire con responsabilità umanamente dimensionate e con la giusta retribuzione per chi se ne fa carico”, questa la richiesta di Costarelli.
Effettivamente di recente i docenti hanno sempre più paura di ciò che possa accadere in classe e di ciò che i genitori più protettivi nei confronti dei figli li possano accusare, figuriamoci in un luogo aperto, per strada, in hotel. Molti di loro, qualche tempo fa, ci hanno scritto di sentirsi sempre in pericolo in classe, tanto da invocare l’introduzione di telecamere nelle scuole.
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