Ha destato sconcerto, la morte del diciassettenne Elia Barbetti di Cecina, precipitato poche ore fa dal quinto piano dell’hotel milanese che ospitava la sua classe in visita ad Expo.
In attesa di capire qualcosa in più sulla dinamica dell’accaduto, di certo si stratta della seconda morte in pochi mesi a Milano: il 10 maggio scorso, fu ritrovato in circostanze simili uno studente di 19 anni, Domenico Maurantonio di Padova, sempre in gita con i compagni di scuola per visitare l’Expo 2015.
E in entrambi i casi la Procura di Milano ipotizza che la morte del ragazzo sia dovuta a una caduta accidentale: anche stavolta, il giovane si sarebbe sporto dalla finestra forse per un malore, forse dopo aver bevuto o fumato uno spinello: ipotesi avvalorata dal fatto che nella stanza gli agenti hanno trovato della marijuana.
Il giorno dopo, a Venezia di quanto accaduto si è detto addolorato, porgendo “profondo cordoglio alla famiglia della vittima alla scuola e ai dirigenti scolastici”, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: “certo questo, e quello analogo che qualche mese fa ha visto purtroppo protagonista uno studente di Padova, sono episodi terribili”.
A proposito delle polemiche sulla pericolosità delle visite culturali e le gite degli studenti, però, Giannini non ha dubbi: “le gite scolastiche non sono in discussione, non sono queste organizzazioni le cause di questi drammi”. Per il ministro, quindi, questo “nuovo episodio drammatico non deve diventare una macchia per tutto il sistema”.
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Giannini ha anche difeso la categoria dei docenti, anche quelli che accompagnavano il ragazzo di Cecina deceduto poche ore fa: “purtroppo insegnanti e dirigenti scolastici sono spettatori passivi di queste tragedie. Dobbiamo essere lucidi nel valutare i fatti: si tratta della gestione della libertà dei ragazzi, della loro autonomia. Gli strumenti educativi devono riguardare anche questi aspetti, se si è trattato di un episodio dipeso da comportamenti”.
Intanto, però, apprendiamo da un servizio televisivo di approfondimento dell’ultima tragedia, mandato in onda nel corso del Tg1 delle 13,30 del 16 ottobre, che il dirigente scolastico della scuola toscana frequentata da Elia Barbetti avrebbe sospeso le gite.
E che gli agenti stanno ancora cercando ancora di capire come siano accaduti i fatti e indagano sull’eventuale cessione di droga: a dargli una mano, potrebbero essere i risultati degli esami tossicologici sul ragazzo caduto dal balcone.
“Quando la sera li abbiamo messi in camera, non possiamo fare più di tanto”, ha spiegato sconsolato uno dei suoi docenti. Docenti che, è bene ricordarlo, nell’accompagnare gli studenti a fare le gitesi fanno carico di responsabilità enormi in cambio di poco più di nulla, visto che non percepiscono più nemmeno l’indennità di missione.
È inutile dire che se continua così le gite d’istruzione, già in caduta libera, rischiano di diventare occasioni di crescita sempre più rare: già oggi, un buon 70 per cento dei docenti si rifiuterebbe di accompagnare i propri allievi. Ora, se si facesse di nuovo un sondaggio, dopo i due ragazzi che hanno perso la vita a Milano una notte mentre erano in gita, sarebbero sicuramente molti di più.
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