Dal febbraio del 2016 al 31 maggio 2018, la Polizia stradale ha controllato il 43 per cento dei pullman adibiti a trasporto scolastico (43.061 bus): il 15 per cento presentava irregolarità. E’ quanto si evince dall’indagine condotta da Milena Gabanelli e pubblicata sul Corriere della Sera.
A sostegno di ciò abbiamo anche lo studio dell’Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori (Anav) e Isfort — su dati del Touring Club Italiano, che riporta come il 96 per cento delle Scuole medie e il 54 per cento delle Superiori scelgono l’autobus come mezzo di trasporto per le gite, anche per mete estere (55%). Il bacino potenziale coinvolge circa 7 milioni di studenti, anche se negli ultimi 8 anni c’è stato un calo nelle partecipazioni del 13 per cento.
La flessione della partecipazione è dovuta a diversi motivi, su tutti la sempre minore disponibilità degli insegnanti ad accompagnare gli alunni in gita. Ma anche la sempre minore sicurezza che i genitori avvertono nei mezzi e nell’organizzazione in generale.
Proprio per questo motivo, suggerisce Gabanelli, basterebbe che il Miur, anziché limitarsi al «suggerimento», rendesse «obbligatorio» il protocollo sul controllo dei mezzi la mattina della gita. Magari coinvolgendo anche i Carabinieri e i Vigili perché, da sole, le pattuglie della Stradale non bastano. Certo, l’obbligo va contro l’autonomia delle scuole, ma la sicurezza di milioni di ragazzi vale ben più di una deroga.
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