Per le scuole si complica l’organizzazione delle uscite didattiche su più giorni, dei viaggi di istruzione e degli scambi culturali: a rendere la vita difficile alle scuole è una norma contenuta del nuovo Codice degli Appalti, in vigore dal 2023 ma che lo scorso febbraio l’Anac, su spinta delle famiglie e dei docenti contrariati, aveva in qualche modo “neutralizzato” con una deroga. Gli istituti scolastici, in pratica, hanno potuto continuare a procedere autonomamente agli appalti indipendentemente dal valore degli affidamenti.
Ma solo fino allo scorso mese di settembre. Adesso, infatti, la nuova legge va applicata in toto: si tratta dell’obbligo dell’utilizzo del Mercato elettronico MePA per le gite scolastiche, introdotto dall’Anac, l’Agenzia Nazionale Anticorruzione. In pratica, il nuovo Codice degli Appalti imporrebbe alle scuole di diventare stazioni appaltanti qualificate per stipulare contratti superiori ai 140 mila euro.
Queste procedure per organizzare le gare d’appalto, tuttavia, sarebbero lunghe e complesse: oltre ai costi maggiorati, i dirigenti, i Dsga e le segreterie scolastiche sono chiamate a svolgere carichi di lavoro maggiori. Come pure aumenterebbero le responsabilità per i docenti accompagnatori degli studenti.
Il risultato di tutto questo avrebbe portato diverse scuole a rinunciare ad organizzare le gite e le esperienze culturali in esterna più impegnative.
Secondo Open, a Viale Trastevere si starebbe studiando però un rimedio: quello di affidare la gestione delle gare d’appalto direttamente agli Uffici Scolastici Regionali. In tal modo, gli Usr verrebbero qualificati come stazioni appaltanti. Ma a questo punto, secondo i presidi, andrebbero potenziati i loro organici.
A spiegare le ragioni delle perplessità dei dirigenti è Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp: “Pensiamo alla Lombardia, con oltre mille scuole. Se solo il 40% di queste fosse coinvolto, significherebbe gestire 400 gare d’appalto ogni anno. Anche gli Usr più piccoli, con 30 o 40 scuole, avrebbero un carico significativo”, ha detto sempre ad Open.
“La norma – ha spiegato Giannelli – discende da direttive europee, non è questionabile, ma se si decide di affidare la gestione delle gare a una stazione appaltante centralizzata come gli Usr, allora è necessario potenziare significativamente gli organici, assumendo personale altamente qualificato e con competenze specifiche sul codice degli appalti”.
Perché, ha concluso il numero uno dell’Associazione nazionale presidi, “le gare pubbliche sono complesse e richiedono una preparazione tecnica avanzata. Senza queste misure il rischio è di rallentare o addirittura inibire il processo”.
A farsi sentire sono anche Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd, e Simona Malpezzi, vicepresidente della commissione bicamerale infanzia e adolescenza, che hanno annunciato di aver depositato un’interrogazione in merito alla Camera ed al Senato.
“La deroga” concessa dall’Anac, hanno spiegato le dem, “è scaduta senza che nessuno al Ministero abbia pensato ad intervenire. Chiediamo al Ministro Valditara cosa intenda fare per mettere a disposizione dei dirigenti scolastici, quanto prima, strumenti che possano garantire modalità semplici e immediate per attivare gli affidamenti per i viaggi di istruzione che sono parte integrante della vita di tutte le scuole e del percorso formativo di alunni e studenti”.