Il giorno dopo la tragedia di Milano che ha visto morire uno studente in gita scolastica, l’A.Ge.S.C. – Associazione Genitori Scuole Cattoliche – tramite un comunicato stampa riflette sulla questione.
‘Dopo la morte del giovane Elia Barbetti, precipitato dalla finestra durante il viaggio di studio all’Expo, l’A.Ge.S.C. vuole manifestare vicinanza e condivisione per il dolore dei famigliari e degli amici del giovane livornese.
A maggio fu vittima di analogo e tragico incidente Domenico Maurantonio. “Come genitori – afferma Roberto Gontero, presidente nazionale – siamo profondamente addolorati e non possiamo evitare almeno due riflessioni, sulla famiglia e sulla scuola. Le circostanze in cui si sono verificati i due incidenti mortali ci richiamano al ruolo della famiglia in un momento particolarmente difficile e complesso per l’educazione”. ‘Lo sballo è un problema reale e drammatico e spesso ne sono vittime giovani assolutamente ‘in ordine’, che studiano, fanno sport, hanno comportamenti sereni a scuola e con gli amici, provengono da situazioni famigliari non precisamente borderline. “Qual è dunque il ruolo della famiglia – si chiede Gontero – rispetto ad un problema strisciante ma concreto, che nonostante le campagne di sensibilizzazione coinvolge una larghissima percentuale di giovani e giovanissimi? Hanno le famiglie percezione del problema e capacità/volontà di affrontarlo? Quale il ruolo delle istituzioni preposte alla prevenzione e alla salute? Senza mai trascurare il ruolo della scuola, agenzia educativa secondaria solo alla famiglia. Che si fa a scuola per discutere e prevenire seriamente questa piaga?”
‘Sui viaggi di studio si apre un capitolo che da preoccupante diventa drammatico dopo la morte dei due ragazzi. Dov’erano gli adulti che li accompagnavano? Si erano accorti che nelle camere di studenti minorenni giravano alcool e stupefacenti? Il primo decesso a maggio non avrebbe dovuto mantenere altissima l’allerta? Se questi sono i risultati forse varrebbe la pena di riflettere cento volte, coinvolgendo concretamente le famiglie, prima di organizzare un viaggio di studio. E di pensare seriamente ad una normativa che regoli la sorveglianza, in queste occasioni anche notturna.
“Riflettiamo e lavoriamo insieme – conclude Gontero – famiglia e scuola, per non essere costretti a cancellare per sempre dalla programmazione un’esperienza di per sé bella e costruttiva, che dovrebbe consentire di condividere cultura e formazione, insieme, docenti e studenti, e studenti tra loro, oltre la realtà quotidiana della famiglia e della scuola, ma che affrontata in maniera superficiale (da tutti i protagonisti) perde qualunque valenza educativa per trasformarsi in ‘sballo’ e purtroppo anche in lutto”.
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