Le gite scolastiche continuano a spaccare il mondo della scuola, presentando il fronte dei contrari (molti insegnanti) e quelli dei favorevoli (gli studenti).
Abbiamo già parlato dell’indagine di Skuola.net, che ha mostrato come quasi 2 scolaresche su 5 non effettueranno alcuna gita e il 39% di queste non lo farà perché non è riuscita a trovare un prof disposto ad accompagnarle.
“Ma i docenti hanno troppe responsabilità – spiega una insegnante – e spesso i ragazzi hanno comportamenti molto pericolosi”.
Il portale più famose dedicato agli studenti ha evidenziato come almeno uno studente su 4 abbia cercato di scavalcare un balcone durante una gita scolastica.
Ma non è sempre così: “si comportano meglio in gita che in aula”, dice Ermellina Ravelli al Corriere della Sera, che da quindici anni accompagna in gita a New York gli studenti del Liceo Capirola di Brescia.
Una dirigente scolastica, sempre sul Corriere della Sera, fa notare che “sono tanti i docenti che non vogliono partire con i ragazzi, che mi dicono ‘troppa responsabilità’, ma poi io rispondo: ma guarda che quella che hai in classe tutto l’anno è molto più grande”.
La preside in questione, quindi, pensa che “togliere la gita ai ragazzi è un peccato, perché si tratta di un premio che è anche una grande opportunità e investimento.”
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Ma non tutti la pensano così, come abbiamo già accennato.
I motivi del rifiuto di partire per molti insegnanti a volte è molto più profondo della mera responsabilità: “c’è il viaggio secco, fine a se stesso, solo per fare casino, quello che scatena di più l’immaginazione dei ragazzi. E poi c’è il viaggio d’istruzione, preparato per mesi, che vuole rispondere ad un bisogno, ad un interesse degli studenti”, racconta ancora al quotidiano milanese un prof di lettere del Liceo scientifico L. Da Vinci di Cassano delle Murge, in provincia di Bari. “Nel primo caso me ne sto a casa, nel secondo parto volentieri con i ragazzi”.
Quindi per molti, a fare la differenza se partire con gli studenti o meno è il progetto, la tipologia di gita.
Tuttavia, sono molti i docenti che decidono di rinununciare di accompagnare gli studenti perchè non intendono trovarsi in situazione di eccessiva responsabilità, a maggior ragione se non viene riconosciuta un’indennità aggiuntiva per la gita scolastica: “i ragazzi stanno svegli tutta la notte e noi dobbiamo fare la ronda per i corridoi. A un certo punto però dobbiamo andare a dormire e lì speriamo che non accada nulla”, conclude il prof del liceo Da Vinci.
Insomma, il tema della gita scolastica ogni anno fa discutere, perché da un lato i docenti tendono sempre più a “restare lontano dai guai”, ma dall’altro lato aumentano le occasioni perse per i ragazzi, che avrebbero un arricchimento culturale dalla gita scolastica.
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