Il numero delle gite scolastiche e dei viaggi d’istruzione risulta in deciso decremento. Dopo il Covid, quello che si accinge concludersi doveva essere l’anno scolastico del rilancio. Ma non è andata così. Tra i motivi che hanno contrastate le partenze, soprattutto all’estero, c’è il drastico taglio della diaria automatica da assegnare ai docenti, a cui si è aggiunto, più di recente, il caro viaggi e alberghi (qualche anno fa con 800 euro si andava negli Stati Uniti, oggi si rimane in Europa), ma anche le difficoltà economiche delle famiglie.
A causa del caro prezzi e dell’inflazione a doppia cifra, ormai mediamente il viaggio-tipo prescelto dalle scuole (anche superiori) è quello della meta nazionale, dove pernottare non più di tre-quattro volte, da raggiungere in treno (usufruendo di maxi-sconti comitiva) e andando a dormire in alberghi a poche stelle se non addirittura negli ostelli. Per un costo complessivo che non deve superare i 300 euro (per recarsi all’estero, anche meno di una settimana, si spende il doppio).
L’impennata dei prezzi e del costo della vita non risparmia le catene organizzatrici, i cosiddetti tour operator, costrette a limare costi dappertutto.
Sembra che la “stretta” sui costi influisca anche sui responsabili dei trasporti, che arrivano a risparmiare su tutto, in certi casi anche a scapito della sicurezza dei mezzi di trasporto: assumendosi rischi altissimi, perché si tratta di una condotta particolarmente grave. L’incolumità di chi partecipa al viaggio non dovrebbe essere infatti mai messa a rischio.
Giungono in redazione denunce di scuole che hanno avuto problemi più o meno seri con i pullman affittati per la gita scolastica: durante il viaggio, lamentano di mezzi, con a bordo scolaresche e docenti, improvvisamente in panne e costretti a fermarsi, perché il mezzo si è improvvisamente bloccato. Con lunghe attese per la sostituzione del pullman.
Eppure i mezzi sui cui salgono studenti e prof per legge dovrebbero essere sottoposti a severi controlli precedenti alla partenza. A volte le verifiche si fanno anche in itinere.
Come ad Avezzano, in provincia dell’Aquila, dove gli operatori della polizia stradale hanno sottoposto a controllo due autobus: è emerso, riporta l’Adnkronos, che “un autista dei due convogli non aveva osservato un tempo di riposo sufficiente dall’ultimo turno svolto. Per tale motivo, è stato imposto alla ditta di sostituirlo con un altro conducente in regola con i tempi di guida e di riposo previsti dalla legge”.
L’autista che aveva tralasciato il riposo tra le due giornate lavorative è stato multato, così come la società proprietaria che aveva omesso il controllo sul proprio dipendente. Inevitabili, anche in questo caso, gli allungamenti dei tempi e problemi di vario genere sulla gita scolastica.
Un altro caso relativo ad una persona esterna alla scuola che si è introdotta in…
I docenti, soprattutto coloro che insegnano nella scuola secondaria di secondo grado, sono frustrati perché…
Si è svolto lo scorso 20 novembre al Ministero dell'Istruzione e del Merito l’incontro di…
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Ministro dell’Istruzione…
Continuano in modo frenetico gli incontri tra organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL 2019/2021 e i…
L'insegnante di sostegno che è stata aggredita da una schiera di trenta genitori inferociti è…