I lettori ci scrivono

Giù le mani dal liceo classico!

La traduzione non è apprensione, ma apprendimento: anzi, un ventaglio di educazioni per il futuro! Uno spazio intertestuale che agisce da lente di rilettura, nel mezzo di una congerie di indizi da   perfetto atto investigativo: sarebbe criminoso non incoraggiarla! Un identikit che avvalora il suo esserci in un curriculum studiorum. Eccone delle motivazioni; o meglio, delle argomentazioni a giustifica, che la giustifica, nella penna modesta di un innamorato dell’Antico, ancora oggi!

  • E’ un’operazione chirurgica che ha per paziente un Dizionario di idee e per mani quelle di un Ippocrate delle parole. Se, da un lato, infatti, l’attività del traduttore si esercita su un patrimonio culturale e linguistico differente, mai malato, dall’altro, impone in maniera cogente la creazione di strutture lessicali idonee a ripensare l’originale. Indicazioni terapeutiche: si raddoppiano le competenze espressive all’indietro, sanando  quanto di morente  è solo nella nostra lingua materna, già approssimativa, tra le altre cose! Effetti collaterali: nessuno.
  • La traduzione è un saggio da ingegneria meccanica: uno sguardo sulle articolazioni nell’ingegno consapevole dei costrutti. E’ anche un esercizio da ingegneria elettronica: una serie di collegamenti elettrici, che fanno da input al pensiero; ma è pure una prova da ingegneria civile: l’allestimento di una struttura portante come garanzia di solidità in una cittadinanza.
  • E’ confine permeabile tra culture, come la membrana di una cellula: una benefica possibilità di arricchimento e di crescita che possono così fecondarsi ed evolversi.
  • Una palestra logico-motoria, nell’intuizione di un adagio classico che oggi è paremiologico: Mens sana in corpore sano.
  • Un laboratorio chimico del Verbo: una combinazione di elementi nella logica di un composto da realizzare.
  • Un atto di fede: una ierofania storica, uno stargate per accedere alla bellezza eterna, che mai si stanca di fare da magnete, vita natural durante, in un ablativo assoluto all’italiana.

Oggi invece si demonizza, la si oscura, polarizzando l’attenzione sulla civiltà piuttosto che sulla lingua, diminuendola, o forse è meglio dire, diminuendoci: per sanare questo pregiudizio rispetto alla strutturale malasorte, cui si sta trascinando l’istruzione pubblica, nella girandola di tante legislature, cadrà un asteroide sulla Città eterna, sicuramente! Proprio come nella réclame pubblicitaria, che è l’immagine in movimento più efficace, degna di collimare con la pessima politica dei proclami dell’ultimo venticinquennio. L’elmo di Scipio urla già alla porta di palazzo di viale Trastevere!

di Francesco Polopoli

I lettori ci scrivono

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