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Giudizi e voto di condotta: tre associazioni professionali (MCE, Proteo e Cidi) bocciano Valditara

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Sulla legge sul voto di condotta e sulla valutazione del comportamento degli alunni si moltiplicano le prese di posizione.
E’ di questi giorni un ampio documento delle tre associazioni professionali MCE, Proteo e Cidi che esprimono profondo disaccordo rispetto ai principi che stanno alla base del provvedimento.

Secondo queste associazioni, la legge si pone in netto contrasto con una visione di scuola inclusiva e democratica, privilegiando una logica competitiva sin dall’età scolastica.
In particolare, viene criticata la reintroduzione del voto di condotta, visto come uno strumento basato su una logica di “sorvegliare e punire” piuttosto che di educare e sostenere i processi di crescita degli studenti.

Le associazioni sottolineano anche che l’attribuzione di un voto di comportamento legato alla cittadinanza solidale, come previsto dal provvedimento, non favorisce un reale percorso educativo. Le attività riparative, richieste in caso di comportamenti inadeguati, vengono considerate una risposta punitiva che non risolve i problemi alla radice e non incide sulle condizioni strutturali e pedagogiche necessarie per un’efficace azione formativa.

Un altro aspetto molto controverso è la scelta di reintrodurre i giudizi sintetici nella scuola primaria, in sostituzione della valutazione descrittiva introdotta dalla direttiva ministeriale 172/2020.
Le associazioni professionali ritengono che tale misura riduca la complessità del percorso di apprendimento degli studenti a semplici aggettivi, penalizzando la qualità della valutazione e favorendo una cultura della classificazione e della competizione.

Le associazioni firmatarie del documento ribadiscono la necessità di una valutazione come promozione e lettura dell’esperienza educativa, attenta agli stili e ai ritmi personali di apprendimento.

Secondo MCE, Proteo e CIDI non è con l’inasprimento delle sanzioni che si recupera l’autorevolezza degli insegnanti, ma piuttosto con la valorizzazione dell’autonomia dei collegi e delle scuole, con la qualificazione della formazione iniziale e in servizio e con il miglioramento delle condizioni salariali e organizzative del lavoro.