Il Partito Democratico è contrario all’introduzione del giudizio sintetico degli alunni nella scuola primaria che il Governo Meloni vorrebbe introdurre per venire incontro alle esigenze delle famiglie degli alunni, le quali spesso non riuscirebbero ad interpretare gli attuali giudizi descrittivi. L’ha ribadito Irene Manzi, capogruppo del Partito democratico Montecitorio e responsabile Scuola Pd, a margine di una conferenza stampa tenuta il 27 febbraio alla Camera da una serie di associazioni dopo l’emendamento presentato dal governo ad inizio mese in Commissione Cultura del Senato durante l’esame del DDL sul voto in condotta. Ai nostri microfoni, Manzi ha ricordato che “stiamo parlando di scuola primaria, dei primissimi gradi di d’istruzione, quando c’è tanta possibilità di crescere e di migliorare”: quindi, bisognerebbe verificare a fondo i motivi del cambiamento, “il quarto in pochi anni” (come ricordato dalla ‘Tecnica della Scuola’ solo pochi giorni fa ndr), prima di smantellare l’attuale valutazione descrittiva.
Secondo la dem la valutazione oggi “è una rivoluzione copernicana, frutto del lavoro di pedagogisti e di educatori che si sono messi alla prova appunto per cercare di guidare la scuola verso una migliore valutazione, quindi non limitato al voto e al giudizio sintetico, ma ad un processo di crescita dello studente e al suo miglioramento”. Ecco perché, ha sottolineato Manzi, serviva “un intervento più ponderato e più ragionato, anche con le tante associazioni che in questi giorni si sono mobilitate”.
L’onorevole Manzi sottolinea che “cambiare la valutazione consisterebbe nel quarto mutamento a distanza in pochi anni sul tema. Tra l’altro, occorre tenere conto e ragionare su quelli che sono i risultati di quanto è stato attuato a partire dal 2020 nelle scuole: una rivoluzione copernicana, in senso importante, frutto anche del lavoro di pedagogisti, di educatori che si sono messi alla prova appunto per cercare di guidare la scuola verso un processo di valutazione, quindi non limitato al voto e al giudizio sintetico, ma ad un processo di crescita dello studente e al suo miglioramento. Ancora di più perché stiamo parlando di scuola primaria, dei primissimi gradi di d’istruzione, quando c’è tanta possibilità di crescere di migliorare”.
Il giudizio sintetico però servirebbe a semplificare…
Si dice che il giudizio sintetico sia più semplice di più facile lettura: in realtà noi riteniamo che proprio per quel processo di accompagnamento che si era attuato, che aveva coinvolto non soltanto gli studenti ma anche le famiglie e gli insegnanti, c’era stato un bel processo di costruzione a cui la scuola aveva risposto. Beh, almeno sarebbe stato necessario non un emendamento, un colpo di emendamento verrebbe data da dire, ma un intervento più ponderato e più ragionato, anche con le tante associazioni che in questi giorni si sono mobilitate e che sono qui alla Camera con noi questa sera proprio per invitare il governo ad aprire una discussione, una riflessione più ampia e un ragionamento su questo sistema.
Diversi addetti ai lavori sostengono che certi temi sulla scuola dovrebbero essere sovrani e non appartenere al colore politico di turno che governa il paese: questo della valutazione dovrebbe appunto essere uno di questi temi?
Assolutamente sì e ce lo conferma la conferenza stampa a cui stiamo assistendo questa sera: è un movimento che parte proprio dal basso, come l’appello rilanciato pochi giorni fa dal professor Novara, per esempio su Change.org. È un movimento non etichettabile con questa o quella forza politica, le associazioni del resto hanno invitato tutte le forze politiche ad intervenire, sono convinta e penso che sia la strada giusta su questi temi quella di non dividersi ma di confrontarsi con serenità e in modo costruttivo.
Lei, come capogruppo Pd alla Camera e responsabile Scuola Pd, ha in serbo quali tipi di iniziative qualora l’emendamento del governo di semplificazione della valutazione nella scuola primaria dovesse andare avanti ed essere approvato?
A livello parlamentare, in questo momento al Senato, abbiamo presentato degli emendamenti che contrastano l’emendamento del governo che vorrebbe il giudizio sintetico. A livello non parlamentare continueremo politicamente a portare avanti questo lavoro, con iniziative di riflessione e di sensibilizzazione per far capire che non è un tema di nicchia ma importante che coinvolge tutte le famiglie, gli studenti e gli insegnanti, per cui appunto vale la pena prendersi carico della questione e capire qual è la posta in gioco.
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