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Giulia Cecchettin, Crepet: i ragazzi non conoscono i no, per i genitori se vanno male a scuola è colpa dei docenti

Il ritrovamento del corpo della giovane 22enne Giulia Cecchettin, per il cui omicidio è indagato il fidanzato, Filippo Turetta, arrestato ieri in Germania, ha scioccato l’intero Paese. Ci si chiede se la società abbia fallito di fronte ad un fatto di cronaca così orribile.

A dire la propria è stato lo psichiatra Paolo Crepet, intervistato da Il Messaggero, attento studioso del mondo giovanile: “Non conoscendo quel ragazzo, non mi avventuro in nessuna diagnosi. Non credo che sia nato tutto quella sera, non è stato un raptus. I raptus sono nei fumetti. Il solo pensare che una ragazza sia come una motocicletta, una proprietà, non c’entra niente con l’innamoramento. È una concezione medievale”, ha spiegato.

“Non è successo in una periferia del Meridione catalogata con il solito bla-bla. È la prova provata che la violenza e il pregiudizio nei confronti della donna non hanno nulla a che vedere con quello che dicono i soliti quattro sociologhi. Qui siamo nel cuore del Nordest. Ci sono le villette, i giardini ben curati, un mondo che pensavamo essere privilegiato. E felice. Invece no. Abbiamo i soldi, ma non la felicità. Ci sono giovani che non sanno distinguere i sentimenti: come si può parlare di amore quando fai quaranta telefonate a una ragazza?”.

“Basta tutelare i figli”

E i genitori? “Sbagliano a giustificare sempre e comunque i figli. I ragazzi vanno male a scuola? Poverini. Prendono un’insufficienza? Colpa dei professori. Vengono bocciati? Ricorso al Tar. Abbiamo creato dei ragazzi che non conoscono la frustrazione, che non sanno che esistono anche i no. Smettetela di tutelare i figli. Pensano di non avere difeso abbastanza le loro creature. E invece dovrebbero dire: arrangiatevi”, ha detto l’esperto. Insomma per Crepet l’agire da sindacalisti dei figli è nocivo, può portare a conseguenze mostruose.

E, sui ragazzi: “Sono come un grande videogioco, che noi adulti abbiamo regalato loro a Natale. Abbiamo aiutato le giovani generazioni a non sentire nemmeno l’idea della frustrazione, a non avere ostacoli. Questo poi li porta a essere fragilissimi, e alla prima contraddizione della vita cadono come la neve al sole”, ha detto a Rai Radio Uno.

Cosa farà il Governo?

Ma cosa farà il Governo? E la scuola? A chiedere provvedimenti rivolgendosi direttamente alla premier era stata la segretaria Pd, Elly Schlein: la richiesta della dem di una legge che introduca educazione al rispetto e all’affettività nelle scuole, però, ad oggi non ha sortito effetto. “Mettiamo da parte lo scontro politico – ha detto Schlein a In Mezz’ora, su Rai Tre annunciando anche una contromanovra di Bilancio con proposte su scuola, sanità, salari – , ancora non ho avuto risposte, ma noi ci siamo, torneremo a cercare uno spazio di lavoro comune. Bisogna lavorare sulla prevenzione, di segnali non ne abbiamo avuti, ma questo è il momento”.

La numero uno del Pd ha spiegato di essersi “rivolta a Meloni per dire almeno su questo mettiamo da parte lo scontro politico e proviamo a far fare un passo in avanti al Paese. La repressione non basta, per sradicare la tossica cultura patriarcale, bisogna partire dall’educazione al rispetto e all’effettività nelle scuole. Ho chiesto a Meloni di approvare insieme una legge”.

Nel frattempo il ministro Giuseppe Valditara ha chiesto di fare un minuto di silenzio nella giornata di martedì in onore della ragazza e di tutte le donne abusate e vittime di violenza.

“È già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì sarà in aula al Senato, il nostro disegno di legge per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo“: sono stati aumentati “considerevolmente i fondi per il piano anti-violenza e per la tutela delle donne in uscita da situazioni di violenza. È già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole”. A scriverlo sui social è stata la premier Giorgia Meloni commentando l’omicidio della giovane.

Redazione

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