Un minuto di silenzio è anche doveroso, ma per ricordare Giulia, l’ultima vittima del femminicidio, ci vogliono parole, perché “è proprio il silenzio che bisogna rompere”.
“Anzi, bisogna trovare le parole per iniziare ad abbattere un muro di insensibilità, di passivo adattamento, di rassegnazione. Una mattinata a scuola, trascorsa a discutere su questa tragedia oramai insopportabile, sulla condizione dei giovani, sui rapporti tra i sessi, sarebbe assai più rilevante e profondo di un minuto di silenzio”: è in controtendenza il comunicato del presidente della associazione Proteo Fare Sapere, Dario Missaglia.
E anche sulla idea di Valditara e di altri esponenti del Governo di adottare nuove norme di legge sulla materia, Missaglia è piuttosto critico: “Non vorrei che l’ennesima proposta di legge rivolta alla scuola o l’immancabile progetto ministeriale che si annuncia, diventassero l’espediente più o meno involontario per mettere in pace la coscienza fino al prossimo triste episodio”.
Secondo Missaglia, il Ministro sta rincorrendo “una falsa tutela dei docenti come se tutti i genitori fossero nemici da cui guardarsi” mentre, proprio a 50 anni dalla nascita dei decreti delegati, ci sarebbe “un’occasione d’oro per rilanciare partecipazione e dialogo nella scuola e per aprire una discussione franca sulla crisi della funzione educativa dei genitori, oggi”.
Si tratta insomma di “recuperare la centralità della relazione educativa, del dialogo e confronto tra scuola e genitori” per mettere le basi “per costruire una comunità che educa”.
Secondo Missaglia “la potenza dei vecchi miti della società patriarcale è crollata sotto la potenza di un modello sociale predatorio e cinico che semina immaturità e insensibilità incurante degli effetti sociali” come peraltro è dimostrato dal fatto che “la maggior parte degli autori dei femminicidi sono giovani tra i 18 e 35 anni”.
“Per questo motivo – aggiunge ancora il presidente di Proteo – si pone con urgenza la necessità di una mobilitazione della cultura, della scienza, della formazione per supportare i docenti a sostenere un impegno formativo inedito sull’educazione alla differenza che non può essere lasciato alle improvvisazioni non disinteressate di tanti attori che si mostrano sul web”.
“La pietà per le vittime, che avvertiamo profonda – conclude Missaglia – non basta. Il silenzio neppure”.
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