“Una volta la classe si alzava dal banco quando entrava l’insegnante. E gli si dava sempre del lei, senza tornare al voi: c’era un atteggiamento di rispetto massimo nei confronti dell’entità docente. Oggi tutto questo si è perso”. Lo ha ricordato il nostro direttore, Alessandro Giuliani, colloquio con Radio Cusano, commentando i recenti fatti accaduti in una classe di un istituto superiore di Alessandria, dove una supplente disabile è stata presa di mira da alcuni suoi allievi ed immobilizzata con lo scotch alla sedia, con tanto di calci tirati a turno sulla stessa sedia.
Giuliani ha ricordato che la vicenda ha scatenato diverse polemiche: se ne è parlato anche in diretta Rai, alla vigilia di Pasqua, quando si è sottolineato che dare linfa a certi atti di insubordinazione c’è l’avvento di internet su larga scala, che appiattendo i ruoli. Ma secondo il direttore, l’aspetto più grave è stato “il goffo tentativo dei genitori di giustificare il comportamento dei figli, minimizzando l’accaduto e facendoli quasi passare per delle vittime”.
Si è quindi parlato del grado di preparazione dei docenti nell’affrontare classi numerose e complicate: “Il gap generazionale – ha detto Giuliani – effettivamente complica il rapporto docente-discente. Certamente, la riforma Buona Scuola, tanto bistrattata, in effetti attraverso il percorso di formazione e tirocinio, il Fit, ha previsto una formazione più lunga e mirata da questo punto di vista. E giustamente, perché carisma, autorevolezza, rapporto positivo con gli alunni sono doti che non si possono improvvisare. Sino ad oggi sono state sondate più le competenze, piuttosto che i contenuti e il rapporto con gli studenti.
Detto questo, però se i genitori fanno di tutto per giustificare certi comportamenti dei figli allora non ci siamo”.
Durante la trasmissione si è anche fatto il punto sulla diatriba in atto tra i vincitori di concorso e laureati in Scienze della formazione primaria contro i maestri con diploma magistrale, esclusi dalle GaE dall’adunanza plenaria pre-natalizia: si procede a colpi di ricorsi e contro-ricorsi, sempre in attesa dell’Avvocatura di Stato annunciata per lo scorso 23 marzo.
“Perché è da quel parere – ha detto il direttore del nostro giornale – che sapremo se il Miur ha intenzione di applicare in modo rigido la sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre, oppure di “salvare” donne quasi sempre over 40-50 che altrimenti tornerebbero nelle graduatorie d’istituto ritrovandosi in una situazione davvero scomoda. Non è da escludere che il nuovo Governo possa legiferare per trovare la quadra”.
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