Torna l’appuntamento del direttore Alessandro Giuliani con il podcast di Alessio Moriggi su Radio Cusano.
“Inizia l’audizione in I e VII commissione al Senato sul decreto 36 sulla riforma della formazione e del reclutamento approvata in GU il 30 aprile,” esordisce il direttore Giuliani. Molti confidano nel passaggio in Parlamento, per un cambiamento in corso d’opera. Intanto “i sindacati sono sul piede di guerra e hanno già proclamato lo sciopero del 30 maggio, che sancisce la rottura delle trattative con il ministero”.
“Il 17 maggio parte invece il primo confronto con il ministero, tramite l’Aran, sul contratto. Ma c’è molto poco da trattare. Si parla di un aumento di circa 100 euro lordi, e alla fine si cercherà anche di capire se nel vecchio contratto, per il triennio 2019-2021, si possa introdurre la parte normativa del DL 36. Ma andare a cambiare le regole su un contratto di fatto chiuso nel 2021 non avrebbe molto senso”.
Gli studenti chiedono di valutare i loro docenti. Perché? “L’interpretazione di Skuola.net, che ha prodotto il sondaggio, è che gli studenti vorrebbero i propri insegnanti più aggiornati – spiega il direttore -. Sembrerebbe un modo per incitare alla formazione, ma personalmente ho qualche dubbio”.
“A mio modo di vedere – continua Giuliani – specie nelle scuole superiori c’è una sorta di rivalsa nei confronti di insegnanti che mostrano troppa fermezza e rigidità, come fosse una ribellione al sistema, contro una scuola che resta comunque baluardo delle regole e della legalità”.
“A questi docenti vengono a chiedere formazione non solo dall’alto ma anche dal basso,” fa ironia, il direttore. Ma ricordiamo che “un docente che ha fatto tutto il suo percorso, la laurea, la specializzazione, l’abilitazione, il concorso, è un docente preparato. Dire che non è aggiornato per dire che non è all’altezza è troppo. Sui social media dicono che i ragazzi hanno ragione: dobbiamo anche tenere conto della pressione degli studenti? Mi sembra veramente troppo”.
E sui continui attacchi alla classe docente conclude: “Gli insegnanti sono oltre 800mila, non bisogna generalizzare”.
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