Nel corso del consueto appuntamento settimanale con l’angolo del direttore a Radio Cusano Campus il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani ha commentato le ultime notizie di attualità a proposito di scuola.
Innanzitutto il nostro direttore non ha potuto non riflettere su alcuni episodi avvenuti negli scorsi giorni in alcuni istituti italiani, che spesso hanno visto docenti incriminati: “Vi sono stati casi abbastanza importanti di docenti accusati per vari motivi di essere artefici di comportamenti non idonei, se non addirittura violenti. Fortunatamente non sempre poi queste accuse si traducono in conseguenti pene per i docenti. La percentuale che poi porta all’assoluzione è abbastanza alta”.
Impossibile non menzionare il caso della classe di una scuola elementare attaccata da un sciame di vespe, a causa del quale una docente è stata accusata dai genitori di essere stata negligente: “Un’insegnante della scuola primaria ha portato i bambini in giardino, dove sono stati attaccati da un nido di vespe. I genitori hanno subito attaccato la docente non tanto per mancata prontezza ma per non aver gestito in maniera corretta lo sviluppo della situazione. Anche in questo caso il giudice ha poi ritenuto che non sussisteva il fatto. Quello che mi preme sottolineare è che a volte i genitori tendono a gridare allo scandalo, a puntare il dito nei confronti di determinati insegnanti senza magari valutare a pieno come sono andate le cose, senza verificare se, ad esempio, le testimonianze di un bambino di 6 anni possano essere attendibili”, ha detto Giuliani.
“Ultimamente sta accadendo troppo spesso ciò: non solo non si applica il connubio docenti-genitori, ma spesso i genitori tendono a difendere i figli a prescindere, anche in situazioni dove non è colpa di nessuno. Nel caso delle vespe l’Ufficio Scolastico Regionale, che non ha bonificato il territorio. Si individua come capro espiatorio sempre e comunque il docente, che si ritrova alla sbarra a doversi difendere da accuse mosse da genitori che magari potevano evitare di azionare la macchina organizzativa delle indagini”, ha dichiarato.
In seguito Giuliani ha discusso in merito alla condizione dei docenti di sostegno in Italia, tema su cui La Tecnica della Scuola ha costruito un sondaggio. Gli insegnanti di sostegno dovrebbero avere una formazione specializzata, ma, come fa notare il direttore, “la realtà è fatta invece di circa la metà dei docenti precari, circa 40-50 mila che ogni anno subentrano nella scuola senza nessun tipo di specializzazione. Purtroppo questa tendenza è in aumento, si è passati dal 40 al 60% di docenti non specializzati”.
“I corsi di specializzazione si continuano a realizzare su numeri piuttosto esigui, sui 20-25mila a tornata. Abbiamo appena concluso un sondaggio sul fatto che ogni anno ci sono circa 5-6mila docenti che tornano su cattedra dopo essere entrati su sostegno”, ha aggiunto.
“Questi 5mila docenti l’anno collaborano a rendere più carente l’offerta specializzata. I docenti abbandonano questo tipo di insegnamento perché stressati o più attratti dall’insegnamento su cattedra. Così si forma un nucleo ancora più corposo di docenti precari, molti dei quali non specializzati. Il numero di alunni in Italia sta decrescendo; in controtendenza abbiamo la presenza di disabili nelle scuole, che invece crescono. Non solo quindi non abbiamo docenti specializzati sulla singola disabilità, ma addirittura senza l’Abc sulla pedagogia speciale. Questo del sostegno è un grande nodo da sciogliere urgentemente”, ha affermato duramente Giuliani.
Infine, il nostro direttore ha parlato a proposito delle ultime notizie sul fronte alternanza scuola lavoro: “Ieri abbiamo commentato delle dichiarazioni del ministro uscente Orlando che ha parlato dell’intenzione di istituire delle linee guida, un protocollo che garantisca maggiore sicurezza all’interno di queste esperienze professionali e più controlli da parte dell’ispettorato del lavoro. Credo che si tratti di un intento, a cui dovrà essere il nuovo Governo a dare seguito con delle norme specifiche. Credo che il tempo dei protocolli e degli auspici sia scaduto, bisognerebbe passare ai fatti. Ciò che è successo ai tre ragazzi deceduti non deve più accadere”, ha concluso.
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