Anche l’ex presidente Giuseppe Conte è tornato sulla questione del merito che tanto tiene banco in questi giorni seguito della nuova denominazione del dicastero di Viale Trastevere in ministero dell’Istruzione del Merito. E lo ha fatto per replicare alle considerazioni di Giorgia Meloni alla Camera in vista della fiducia.
“Ha speso tante parole sul concetto di merito, ci fa piacere – ha esordito sulla questione il leader dei 5 Stelle – anche noi apprezziamo questo concetto ma il merito non può servire a banalizzare il ruolo della scuola. La scuola non è il luogo si selezione, è luogo di riscatto”. E cita il prof influencer e scrittore Enrico Galiano, che solo qualche giorno fa ha dichiarato: “La scuola non è il posto dove si vanno a selezionare i migliori, la scuola è il posto dove si tira fuori il meglio da ciascuno”.
“Noi non lasceremo che gli italiani siano presi in giro – ha continuato Giuseppe Conte – la vostra concezione della meritocrazia finisce per premiare i soliti noti, a partire dalla classe politica, considerando che ben 11 membri di questo Governo, a partire da lei, presidente Meloni, hanno fatto parte dell’ultimo Governo Berlusconi, 11 anni fa”.
Poco dopo l’intervento di Giuseppe Conte, Giorgia Meloni ha argomentato quanto segue: “Il merito nell’istruzione sarebbe nemico dell’uguaglianza? Non sono d’accordo – ribadisce la presidente del Consiglio – Su questo cerco di invertire la rotta rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi anni. La scuola italiana si dava l’obiettivo di livellare nel punto di arrivo ma questa non è uguaglianza. Merito e uguaglianza non sono nemici, sono uno fratello dell’altra. L’uguaglianza va garantita nel punto di partenza. Nella scuola pubblica tutti devono avere le stesse possibilità indipendentemente dalla famiglia nella quale si nasce. Tutti nella stessa linea di partenza ma non tutti sulla stessa linea di arrivo, quello deve dipendere da te. Altrimenti se tutti devono arrivare allo stesso punto e non possono andare oltre il tetto che altri hanno messo sulla loro testa, ciò è sbagliato. La nostra è la sfida. Io penso che questa sia la base per combattere una società nella quale il tuo destino è segnato dalla famiglia di provenienza o dalle amicizie che hai. Ebbene io non voglio una nazione in cui il destino delle persone si basi sulle amicizie che uno ha, ma sul valore delle persone”.
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