Il 3 novembre 1957 moriva a Lecco uno dei padri fondatori della Cgil, Giuseppe Di Vittorio, ricordato come sindacalista, politico e antifascista italiano.
In questa giornata di commemorazione arriva una notizia spiacevole: nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 novembre, la sede della Cgil di Cerignola (città natale del sindacalista), è stata colpita da atti vandalici che hanno portato alla distruzione di impianti, finestre e porte. L’attacco si inserisce proprio alla vigilia della visita del segretario generale Maurizio Landini, il cui programma prevede la partecipazione agli eventi organizzati per l’occasione tra Orta Nova, primo luogo di lavoro di Di Vittorio, e la sua città di nascita.
A commentare duramente l’accaduto sono i due segretari generali della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e della Cgil Foggia, Maurizio Carmeno, che hanno dichiarato: “Colpire una Camera del Lavoro, anche solo per rubare o per vandalizzare, ha comunque un valore politico e sociale. Significa colpire tutti i lavoratori, i pensionati, perché quella è la loro casa”.
Sul fatto che l’attacco sia avvenuto alla vigilia dell’evento di commemorazione e della visita di Landini, i due affermano: “Ciò assume un messaggio sinistro. Soprattutto in territori difficili come questo, dove forte è il disagio sociale legato alla mancanza di occupazione, dove invasiva è la presenza della criminalità organizzata, le Camere del Lavoro rappresentano presìdi di legalità, a fronte di una diffusa illegalità che non risparmia il mondo del lavoro”.
I due segretari hanno aggiunto: “Condanniamo l’irruzione e la devastazione e ribadiamo un impegno maggiore della Cgil in questi territori, assieme alle istituzioni, alle tante associazioni che operano nel sociale per affermare una cultura della legalità, invitando tutti i cittadini a stringersi attorno ai dirigenti locali e partecipando in tanti alle iniziative che terremo domani in ricordo di una delle figure più belle della storia di questo Paese, quel Peppino Di Vittorio figlio di Cerignola”.
Figlio di una famiglia di braccianti di Cerignola, venne eletto alla Camera nelle fila del Partito socialista nel 1922. Per le sue posizioni apertamente antifasciste venne condannato dal Tribunale speciale a 12 anni di reclusione. Nel 1945 fu eletto segretario nazionale della CGIL e l’anno successivo, candidato per il Partito Comunista, entrò a far parte della Assemblea Costituente. Nel 1954, durante i “fatti di Ungheria”, prese entrò in polemica con i dirigenti del PCI che sostenevano l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Unione Sovietica. Morì il 3 novembre del 1957 durante un comizio a Lecco.
Riportiamo di seguito una video intervista rilasciata nel novembre del 2020 da Dario Missaglia (presidente nazionale Proteo, già responsabile del settore scuola della Fondazione Di Vittorio) al vice direttore della Tecnica della Scuola Reginaldo Palermo.
Come ricorda Missaglia, Giuseppe Di Vittorio riconosceva il valore straordinario della cultura e dell’istruzione e – soprattutto – del linguaggio e della conoscenza delle parole. La Fondazione che porta il suo nome è di fatto il Centro Studi della Cgil e si occupa di ricerche sui problemi del lavoro.
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