L’associazione Antigone ha reso noto in questi giorni il VII rapporto sulla giustizia minorile, evidenziando la crescita di minori negli Istituti Penali per Minorenni (Ipm).
All’inizio del 2024 sono circa 500 i detenuti nelle carceri minorili italiane. Da dieci anni non si raggiungeva una simile cifra: gli ingressi sono in aumento: sono stati 835 nel 2021, nel 2023 sono 1.143, la cifra più alta negli ultimi quindici anni. Inoltre, i minori in misura cautelare erano 340 nel gennaio 2024, 243 un anno prima.
Il decreto Caivano
Attualmente, la crescita delle presenze negli ultimi 12 mesi è fatta quasi interamente di ragazze e ragazzi in misura cautelare, segno evidente, sottolineano gli esperti di Antigone, degli effetti del decreto Caivano.
Infatti, il rapporto di Antigone dice chiaramente come l’aumentata possibilità introdotta dal decreto Caivano di trasferire i ragazzi maggiorenni dagli Ipm alle carceri per adulti sta facendo vedere i propri effetti, con danni gravi sul futuro dei ragazzi.
Il modello della giustizia minorile in Italia dal 1988, come si evince dal report, data in cui entrò in vigore un procedimento penale specifico per i minorenni, è sempre stato un vanto per il Paese, mettendo al centro il recupero dei ragazzi, in un’età cruciale per il loro sviluppo, nella quale educare è preferibile al punire, garantendo tassi di detenzione sempre molto bassi.
Altro effetto del decreto – aggiunge Antigone – «è la notevole crescita degli ingressi in Ipm per violazione della legge sugli stupefacenti, con un aumento del 37,4% in un solo anno».
La tipologia di reati più frequenti
Il report declina la tipologia di reati più frequenti, tra cui quelli contro la persona (22,7%), seguiti da quelli contro il patrimonio, il 55%. Tra i reati contro il patrimonio il più ricorrente è il furto, il 15,1% del totale dei reati a carico di tutti coloro che sono entrati in Ipm nell’anno, di cui il 35,6% per le sole donne.
I reati contro l’incolumità pubblica sono il 10,6% del totale e coincidono con le violazioni della legge sugli stupefacenti, aumentate del 37,4% in un anno.
L’istituto con più presenze a gennaio 2024 è il Beccaria di Milano, con 69 ragazzi, quelli con meno Quartucciu in Sardegna, con 8 ragazzi presenti, e Pontremoli in Toscana, unico istituto interamente femminile d’Italia, con 8 ragazze.
Gli ingressi dei ragazzi stranieri in carcere nel corso del 2023 sono stati il 48,7% del totale; la presenza più consistente è rappresentata da ragazzi provenienti dal Nord Africa (Marocco, Tunisia, Egitto), le ragazze invece provengono maggiormente dalla Bosnia, dalla Serbia e dalla Croazia.
Il rapporto sottolinea che, per la prima volta dopo tanto tempo, alcuni istituti penali per i minorenni hanno iniziato a riscontrare situazioni di sovraffollamento a Milano, Treviso, Torino, Potenza e Firenze.
L’istruzione dei minori in carcere
L’attivazione di percorsi di istruzione è sostanzialmente trasversale in tutti gli istituti: aumentano i corsi di alfabetizzazione e si riducono gli iscritti alle scuole medie. Sono invece assolutamente da potenziare i corsi di formazione professionale, totalmente assenti ad esempio in tutti gli IPM siciliani. A Bologna sono stati svolti corsi professionali per la ristorazione e nel settore edile. Anche il settore del lavoro esterno è da potenziare, partendo da eccellenze esportabili come quella di Palermo, il laboratorio per la preparazione di prodotti da forno “Cotti in Fragranza”, nato nel 2016 nel complesso dell’IPM di Palermo con l’intenzione di costituire un’occasione di inclusione sociale per i ragazzi detenuti.
Per saperne di più https://www.ragazzidentro.it/