Le competenze di lettura degli alunni italiani di 9-10 anni sono ottime, sopra la media internazionale e perfettamente nella media rispetto agli altri paesi UE.
Lo dicono i dati dell’ultima indagine IEA PIRLS/ePIRLS 2016, condotta in Italia dall’INVALSI, che nella giornata odierna, 5 dicembre, presenta i risultati in un seminario a Roma.
Come funziona l’indagine
Si tratta di un’indagine ciclica che consente di confrontare il rendimento degli studenti nel corso degli anni. Il quarto anno di scolarità, si legge sul documento di sintesi dell’Istituto, rappresenta un punto cruciale per lo sviluppo degli studenti come lettori.
Infatti, proprio in questa fase, gli studenti passano dall’“imparare a leggere” al “leggere per imparare”, ovvero riuscire dopo aver appreso la lettura, a utilizzare la lettura stessa per l’apprendimento di nuovi contenuti, quindi passare allo step di lettori consapevoli (anche se ovviamente si tratta del primo gradino).
Lo studio IEA PIRLS, oltre a rilevare la reading literacy – cioè la competenza di lettura – analizza anche le esperienze familiari e scolastiche degli studenti che possono influenzarne l’apprendimento, attraverso la somministrazione di questionari agli studenti, ai genitori, ai docenti e ai dirigenti scolastici.
Per quanto riguarda l’Italia, il campione è rappresentativo sia a livello nazionale sia di macro-area geografica (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Sud Isole1 ).
Complessivamente, in Italia sono stati coinvolti circa 3.900 studenti rappresentativi di oltre 520.000 studenti di quarta elementare.
Risultati di lettura: molto bene gli studenti italiani
La buona notizia evidenziata in questa ricerca è il punteggio ottenuto dai nostri studenti: L’Italia, infatti, consegue un punteggio di 548, decisamente superiore alla media internazionale e perfettamente in linea con diversi Paesi europei, quali Germania, Svezia, Paesi Bassi, Portogallo, Ungheria, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca.
Guida la Federazione Russa, che ottiene un punteggio di 581, mentre Hong Kong SAR e Singapore, insieme a Irlanda, Finlandia, Polonia e Irlanda del Nord, ottengono un punteggio superiore a 560 punti.
Le buone notizie non finiscono qui però: come scritto in apertura, l’indagine IEA PIRLS è ciclica, quindi aiuta a comprendere i miglioramenti degli alunni negli anni. A tal proposito, nella nuova indagine, in Italia si evidenzia un miglioramento dal primo ciclo del 2001 al 2016, con un aumento di 7 punti nella scala complessiva di lettura, che è avvenuto contestualmente a un aumento significativo della proporzione di studenti immigrati, passati dal 2% al 10% nello stesso arco di tempo.
Differenze di genere: le femmine meglio dei maschi
Dalla lettura dei dati, emerge, sempre per quanto riguarda l’Italia, uno scarto tra femmine e maschi, che vede le prime con 7 punti in più rispetto ai compagni maschietti, anche se tale differenza non è poi così rilevante: il punteggio medio ottenuto dalle femmine è 552, mentre quello medio dei maschi si attesta a 544, a dimostrazione che le differenze ci sono, ma non così importanti.
Livelli di rendimento
Anche per quanto riguarda i livelli di rendimento, gli alunni italiani si difendono piuttosto bene: la scala di lettura, infatti, è stata suddivisa in quattro livelli di difficoltà delle domande, corrispondenti ad altrettanti livelli di capacità di lettura degli studenti (Livello Avanzato, Alto, Intermedio e Basso), in modo da poter confrontare non solo la media dei Paesi, ma anche come si distribuiscono a diversi punti della scala che corrispondono a un diverso grado di abilità di lettura.
Dalla lettura di questi dati, si evince che gli studenti italiani che raggiungono il Livello Avanzato, ovvero che rispondono con successo ai quesiti più difficili di PIRLS, sono l’11%, in linea con la percentuale media dei Paesi UE e OCSE ed è analoga a quella riscontrata in Paesi come – per esempio – Germania, Nuova Zelanda e Danimarca.
Inoltre, la quasi totalità degli studenti italiani (98%) riesce a rispondere almeno ai quesiti più semplici di PIRLS, percentuale in linea con quella dei Paesi in cima alla classifica, che non si differenzia in modo significativo dalla media UE (97%) mentre è leggermente più alta della media OCSE (96%).
Differenze territoriali: divario Nord-Sud
Unica nota dolente di questo quadro sembra essere il gap fra Nord e Sud sul rendimento degli studenti nella lettura: le aree geografiche del Nord Ovest e del Nord Est hanno punteggi medi in lettura significativamente più alti del dato medio nazionale preso nel suo complesso rispettivamente 562 per il Nord Ovest e 557 per il Nord Est, mentre, invece, le aree geografiche del Sud e del Sud Isole hanno punteggi medi significativamente più bassi, arrivando rispettivamente a 538 per il Sud e 525 per Sud Isole.
Bisogna essere soddisfatti sulla capacità di lettura degli alunni di 9-10 anni italiani, che li vede possedere le stesse competenze dei maggiori paesi europei, e in alcuni casi anche superiori alla media internazionale.
Purtroppo, come abbiamo visto, l’unico neo rimane la differenza fra Nord e Sud, differenza che sembra riproporsi in ogni indagine.
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