Gli alunni disabili non avranno più il docente di sostegno

Gli Insegnanti calabresi – PSP Partigiani della Scuola Pubblica – denunciano la scomparsa del docente di sostegno con la Riforma del sostegno, in via di approvazione in questi giorni con delega in bianco, e chiedono al Governo di non abolire tale figura.
Nel ddl Faraone – Malpezzi infatti manca l’assegnazione oraria del docente di sostegno allo studente con disabilità, così com’era previsto dall’articolo 13 della Legge 104 del 1992. Questo significa che gli alunni con disabilità d’ora in poi non avranno più il docente assegnato alle attività didattiche di sostegno e saranno sempre più abbandonati nella classe.
Il 10 giugno 2014 è stata depositata in Parlamento una proposta di legge che aveva come primo firmatario il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone. Successivamente la Legge 107 (la cosiddetta “Buona Scuola”) ha dato delega al governo ad adottare decreti legislativi in materia di inclusione scolastica di studenti con disabilità. La proposta di giugno recava il titolo: Norme per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e altri Bisogni educativi speciali e, poiché potrebbe costituire il nocciolo della nuova iniziativa legislativa del governo in fatto di inclusione, qui ne vorremmo discutere un punti chiave.
Infatti Al Tavolo “Disabilità ( delega in bianco)” Faraone porta la sua Riforma del sostegno. Una riforma, che di fatto abolisce la figura del docente di sostegno.
Abbiamo la legislazione più avanzata del mondo in questo ramo con la Legge 104/1992. In Italia abbiamo osservatori che arrivano da tutto il mondo, per studiare il nostro sistema integrato scuola – sanità, che rappresenta il nostro fiore all’occhiello.

Il sostegno alle persone con disabilità e le figure dei docenti abilitati sulla disciplina e poi specializzati, costituiscono per il nostro Paese (che non ama se stesso evidentemente) il faro mondiale dell’integrazione.

Si è andati in direzione sbagliata quando è stato tolto il docente specializzato all’alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia e discalculia). Lo dimostra il fatto che nelle scuole si è dovuti ricorrere all’inserimento in classe dell’alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), insieme allo studente con disabilità, così che il docente di sostegno aiuti anche lui.

E ancora si rischia di andare in direzione sbagliata, quando si vuole fare la separazione delle carriere, perché il docente non più intercambiabile, fa fallire il nobile disegno dell’integrazione in classe.

Il docente di sostegno non è stato concepito come una figura badante o come personale sanitario che si specializza ulteriormente nelle singole disabilità. Il docente specializzato sa bene che gli studenti con autismo, sono tutti diversi tra loro e così tutte le altre disabilità presentano specificità, singolarità che appartengono solo a quella persona, quindi perché andare nella direzione del fallimento dell’obiettivo principale che è quello dell’integrazione in classe? Perché snaturare il ruolo e la funzione principale del docente specializzato?

Nella scuola secondaria di secondo grado, durante il Governo Monti, è stata avviata la soppressione delle aree di specializzazione (scientifica, umanistica, tecnica, motoria) per favorire non certo l’apprendimento dei ragazzi con disabilità i quali hanno diritto ad avere un “sostegno” competente, come giustamente sostenuto nella sentenza n.245 del 26 gennaio 2001 del Consiglio di Stato, ma solo per facilitare la mobilità dei docenti. Sarebbe invece utile ripristinare le aree di competenza professionale.

Riformare il sostegno con soluzioni che non hanno nulla di ragionato e all’insegna del risparmio, con il rischio di eliminare una figura di altissimo profilo quale è quella del docente specializzato in integrazione, arrecherebbe un ulteriore danno alle scuole statali che, oggi, si reggono in piedi da sole, senza l’aiuto dello Stato.

Non si tocchi la legge 104/1992 e non si abolisca il docente di sostegno!

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