All’ora di pranzo, gli alunni hanno piano diritto di mangiare il panino portato da casa. Anche se la scuola è dotata di regolare e funzionante mensa.
A deciderlo, il 22 giugno, è stata la Corte d’Appello del tribunale di Torino, che con una sentenza ha ordinato a Comune e ministero dell’Istruzione di organizzare un servizio ristorazione per consentire di nutrirsi a scuola anche a chi si porta il pranzo da casa.
La diatriba per il “panino libero” era partita da un gruppo di mamme due anni fa, protestando contro l’aumento del costo dei pasti.
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“I giudici hanno accertato il diritto di ogni cittadino di decidere se aderire al servizio di refezione scolastica, o dotare i propri figli del pasto preparato a casa”, commenta l’avvocato Giorgio Vecchione che ha assistito le famiglie nel ricorso. La sentenza arriva ad anno scolastico finito, ma potrebbe creare problemi con la ripresa delle lezioni a settembre: i giudici di grado superiore, infatti, hanno stabilito anche che durante l’orario della mensa va “garantita la presenza di personale educativo senza costi aggiuntivi per le famiglie”, ha concluso l’avvocato Vecchione.
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