L’ultima pubblicazione ufficiale del sistema informativo del Ministero della Pubblica Istruzione fa il punto sulla presenza degli alunni stranieri in Italia; i dati riguardano l’anno scolastico 2006/2007, ma il volume contiene anche diversi altri materiali di estremo interesse, tra i quali va segnalata un appendice sintetica ma esauriente sulla normativa attualmente in vigore. Non manca neppure un’ampia sezione dedicata alla presenza degli alunni stranieri nei principali Paesi europei (molto opportunamente la pubblicazione segnala che il termine “alunno straniero” assume un significato specifico nei diversi Paesi).
Il rapporto mette innanzitutto in evidenza i dati complessivi: alla fine del 2001 gli stranieri presenti sul territorio nazionale erano all’incirca un milione e mezzo in tutto (l’equivalente della popolazione delle Marche), nel 2007 sono arrivati a superare i 3 milioni, tanti quanti gli abitanti dell’intera Toscana.
Nel 2005/2006 gli alunni stranieri erano 425mila in tutto, nel 2006/2007 superavano le 500mila unità; negli ultimi anni si è registrato un aumento costante del 20-25% rispetto a ogni anno precedente: con questi ritmi il raddoppio (e quindi il superamento del “tetto” di un milione di alunni stranieri) rispetto al 2006 dovrebbe arrivare nel 2011.
Come è noto la distribuzione non è uniforme sul territorio nazionale: in Emilia-Romagna un alunno su 9 non è italiano; percentuali molto vicine al 10% si registrano anche in Lombardia, Veneto, Umbria e Marche, mentre in quasi tutte le regioni del sud e nelle isole si supera di poco l’uno per cento (solo in Calabria si arriva all’1,8%).
La ricerca evidenzia poi un fenomeno estremamente interessante: ci sono, nel nostro Paese, alcuni territori che sembrano attirare in modo particolare gli stranieri: si tratta molto spesso di Comuni di piccola dimensione dove la percentuale di alunni non italiani ha ormai raggiunto valori molto significativi.
Per esempio, a Novellara (RE) e a Calcinato (BS) gli alunni stranieri sono il 23% del totale, a Susanega (TV) , a Porto Recanati (MC) e a Martinsicuro (TE) il 22,0%, a Carpenedolo (BS), ad Asolo (TV) e a Novi Di Modena il 21 per cento. In questa particolare “classifica” non manca neppure un piccolo Comune della Sicilia (Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa) dove si superano i 18 punti percentuali.
Fra le città capoluogo di provincia il primato spetta a Milano (14,2%); nelle posizioni successive si collocano Alessandria (13,9%), Prato (13,7%), Reggio Emilia (13,0%) e Torino (12,6%).
Un altro dato interessante riguarda le nazionalità presenti: quella albanese è la più diffusa (78mila alunni, pari al 15,6 rispetto ai 500mila stranieri); subito dopo si collocano i rumeni (68.600, pari al 13,7%), marocchini (68mila, il 13,6%), i Cinesi (24.000, quasi il 5%), i montenegrini e gli ecuadoregni (16mila in entrambi i casi, il 3,2%).
Gli albanesi si concentrano soprattutto nel centro-nord e nella provincia di Bari, mentre la presenza dei rumeni è particolarmente elevata nelle province di Torino e di Roma. I marocchini sono numerosi in molte province del nord, i Cinesi si concentrano in particolare nelle province di Milano, Prato, Roma e Treviso.