Nonostante le decise ed impattanti chiusure delle scuole sia per via dell’emergenza sanitaria dal COVID-19, con conseguenze notevoli e deleterie circa lo sviluppo dell’apprendimento e della didattica continua, sia per le numerose ondate di sciopero e proteste mosse a favore di un corretto adeguamento salariale dal corpo docente, gli studenti nelle principali abilità di natura cognitiva, ossia lettura e scrittura, non hanno registrato troppi problemi. Hanno anzi pareggiato e superato alcuni paesi nordici, come riporta il report PIRLS emesso dalle autorità europee e non solo relativamente alle competenze di base, tra cui comprensione del testo, lettura, scrittura e mere abilità logico-sintattiche. I numerosi laboratori – in ridimensionamento a causa degli importanti tagli al settore – hanno costituito la principale arma contro analfabetismo funzionale della tenera età e problemi per lettura e scrittura. A supportare tale positiva dinamica è stato un corretto ed astuto utilizzo della Didattica A Distanza, che prevedeva lunghe sessioni di lettura, scrittura e comprensione del testo in vista di test scritti di carattere nazionale – equivalenti agli INVALSI – atti alla valutazione globale ed anonima del percorso degli studenti nelle fasi critiche, ovvero quelle dell’apprendimento e messa in pratica delle prime ed embrionali abilità di scrittura, lettura e comprensione di semplici testi.
L’Inghilterra è entrata nella top five delle classifiche internazionali per la lettura, ma le capacità delle studentesse sono diminuite, secondo uno studio globale. I ragazzi delle scuole primarie in Inghilterra sono i quarti più alfabetizzati al mondo, come mostra l’ultimo Progress in International Reading Literacy Study. I bambini di nove e dieci anni hanno sovraperformato le loro controparti negli Stati Uniti e hanno superato Finlandia e Polonia per ottenere risultati migliori di qualsiasi paese in Europa. I risultati sono stati omaggiati da Rishi Sunak il quale ha affermato che alunni e insegnanti “dovrebbero essere incredibilmente orgogliosi di questo risultato perché aumentare i tassi di alfabetizzazione è fondamentale per il nostro piano per far crescere l’economia, una delle mie cinque priorità chiave, quindi è bello vedere l’Inghilterra salire al quarto posto nella classifica internazionale per la lettura. Questi risultati mostrano anche una gradita riduzione del divario di rendimento tra ragazzi e ragazze e tra gli alunni con i risultati migliori e quelli con i risultati peggiori. Ciò dimostra che il nostro approccio sta funzionando.” Nel complesso, le ragazze erano più avanti dei ragazzi nei risultati in lettura in quasi tutti i paesi che hanno preso parte allo studio. Ma il divario di genere nelle prestazioni di lettura in Inghilterra si è ridotto dopo che i punteggi medi delle ragazze sono leggermente diminuiti, suggeriscono i dati in oggetto.
Il ministro dell’Istruzione Nick Gibb ha affermato che le riforme del governo relative all’erogazione della didattica – come l’attenzione alla fonetica, che insegna ai bambini a leggere usando i suoni – sono alla base delle prestazioni di successo del paese nonostante le chiusure derivanti dalla pandemia da COVID-19. Alla domanda se fosse preoccupato per il calo dei punteggi di lettura delle ragazze posta dal quotidiano nazionale Daily Mail in conferenza stampa, Gibb ha affermato che il calo è stato “molto minimo”. Il punteggio del quarto posto dell’Inghilterra di 558 è stato superiore alla media internazionale di 520, un miglioramento rispetto al 2016 quando si è piazzata all’ottavo posto. L’Irlanda del Nord e l’Irlanda, due paesi che in precedenza avevano battuto l’Inghilterra, non sono state incluse nell’elenco a causa dei ritardi nella somministrazione dei test causata dalla pandemia. Nel frattempo Scozia e Galles non hanno partecipato al test PIRLS. La principale discrepanza con il Belpaese, come è possibile osservare, è relativa all’assenza quasi totale di attività di laboratorio ed extracurriculari legate alla miglioria delle abilità di lettura e scrittura ad alla natura della didattica somministrata; le classi sono meno numerose (in media di 15 alunni) e le attività frontali risultano più immersive: i risultati sono dunque raggiungibili più velocemente e senza l’esclusione di alunni con disturbi specifici dell’apprendimento.
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