L’Italia è drammaticamente indietro per i posti negli asili nido: solo il 25% dei bambini sotto i 3 anni frequenta una struttura, percentuali ridicole rispetto ai Paesi del Nord Europa, dove ad esempio Estonia, Slovenia, Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca garantiscono ad ogni bambino il diritto al nido fin dalla nascita.
E in Sicilia la situazione è ancora peggiore.
A sottolineare con dati alla mano questo incredibile differenziale è l’ultimo bollettino Eurydice/Indire, che attraverso i dati europei mette in evidenza quanto il nostro Paese abbia bisogno di una riforma seria del settore.
Ma non solo, nelle Nazioni all’’avanguardia dell’Europa gli asili hanno anche costi di iscrizione e frequenza piuttosto bassi: in Svezia si spendono al massimo 110 euro al mese; in Danimarca, Finlandia e Norvegia un po’ di più, rispettivamente 270, 216 e 200 euro al mese, ma per rendere le strutture accessibili a tutte le famiglie sono tuttavia previste riduzioni ed esenzioni.
Tuttavia, nella maggioranza dei Paesi nordici, nei Paesi baltici, in Croazia e in Slovenia, i bambini frequentano un istituto «integrato» che accoglie i bambini da 0 anni fino all’età di inizio della scuola dell’obbligo.
In Italia tuttavia, su proposta di legge della senatrice Puglisi, si punta a unificare il percorso dei bambini fino alla primaria, aumentando i posti a disposizione dei bambini più piccoli alla scuola, soprattutto al Sud, e rendendo più equa la distribuzione delle risorse e delle spese tra Regioni, Stato e Comune.
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