Sono una sessantina gli emendamenti presentati per modificare il ddl n. 1260 che promuove un sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni e pari opportunità per tutti. Le richieste di modifica al ddl, rese pubbliche dalla senatrice relatrice Francesca Puglisi (Pd), sono scaturite dalla lunga discussione in Commissione Istruzione. Che nei prossimi giorni voterà il testo.
”Per la prima volta gli asili nido – ha detto Puglisi, durante una conferenza stampa al Senato – non sono più considerati un servizio a domanda individuale ma un diritto educativo di tutti. Non sono intesi come strumento di welfare, ma come prima tappa di un percorso di educazione e istruzione. Crediamo che solo con un’educazione di qualità fin da subito i bambini abbiano pari opportunità per battere la diseguaglianza di partenza”.
Per la relatrice del ddl l’obiettivo è che “tutti i bambini da Torino a Lampedusa abbiano le stesse opportunità. Solo con una istruzione di qualità sarà possibile abbattere le disuguaglianze, sin dalla tenera età”.
Parallelamente sono partiti due appelli, che ora verranno ”inoltrati al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e ai presidenti di Camera e Senato e delle VII Commissioni”, perchè si arrivi presto all’approvazione della legge. Un appello è stato firmato da 76 docenti e ricercatori universitari di Pedagogia, l’altro, promosso tra gli altri, dal Gruppo nazionale Nidi e Infanzia, da 20 mila persone. Gli asili nido e le scuole per l’infanzia, secondo Puglisi, ”sono un antidoto alla diseguaglianza. Siamo stanchi di vedere un paese che corre a due velocità”.
La legge prevede un piano nazionale pluriennale per raggiungere entro il 2020 una copertura del 33% per gli asili nido e una generalizzazione della scuola dell’infanzia: ”le politiche educative sono una di quelle riforme che il Paese attende da tempo: con il Governo Renzi è cominciata la rivoluzione, poichè sono state inserite nelle linee programmatiche del Miur”. Tra le iniziative introdotte dal ddl ci sono il coordinamento pedagogico, la qualificazione e la formazione continua del personale, gli standard qualitativi validi per tutti. ”Inoltre – ha aggiunto infine Puglisi – la legge istituisce una quota ‘capitaria’ per ogni bambino, che deve essere finanziata per il 50% dallo Stato e per il 50% da Comuni e Regioni e che deve vedere la compartecipazione delle famiglie per un tetto massimo del 20%”. ”Il tema delle risorse – ha concluso per l’Anci, Marilena Pillati – non è ineludibile per l’esigibilità dei diritti. Serve un impegno forte di risorse anche per sostenere i Comuni che fanno fatica a mantenere i servizi”.
Il ddl ha il pieno appoggio anche da parte del Presidente della Commissione Istruzione al Senato Andrea Marcucci che insieme alla senatrice Puglisi, prima firmataria del provvedimento, ha sostenuto l’iniziativa parlamentare: “mi auguro che il ddl giunga in breve tempo all’approvazione definitiva – ha detto Marcucci – per dare al nostro Paese una normativa attesa da tanto e in coerenza con quelle europee.
“Il ddl potrà contribuire – ha concluso Marcucci – a sanare i tanti squilibri esistenti, grazie anche ad un apposito piano di finanziamenti per i servizi per l’infanzia che veda la compartecipazione dei diversi livelli di governo, ovvero Stato, Regioni, Enti locali”.
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