Egregia Ministra,
sono anni che gli AT (assistenti tecnici) chiedono con forza la riforma della loro figura. Nelle rivendicazioni evidenziano l’accesso al profilo che richiede lo stesso titolo di studio degli ITP. Tale spinta in passato ha generato non poche confusioni al punto che ne ha ispirato il famoso comma 81 della legge 183/2011 che recitava: “Allo scopo di evitare duplicazioni di competenza tra aree e profili professionali, negli istituti di scuola secondaria di secondo grado ove sono presenti insegnanti tecnico-pratici in esubero, e’ accantonato un pari numero di posti di assistente tecnico”. Tale comma ha causato anche il passaggio sui profili di AT di alcuni colleghi catanesi costretti poi a rivolgersi al giudice del lavoro e che ha visto ancora una volta il gruppo “Io Sto con gli ITP” impegnato in prima linea in difesa della categoria sensibilizzando sia i sindacati nazionali, prontamente intervenuti, che gli stessi politici e tecnici del MIUR .
Adesso in tempi di rinnovi contrattuali, gli AT, con una lettera inviata ai portali online, rivendicano (giustamente dal loro punto di vista) la valorizzazione del loro ruolo. Quella del personale tecnico è una figura sempre esistita all’interno delle scuole: una volta il suo ruolo era però piuttosto marginale, come lo era in generale l’utilizzo di tecnologie avanzate negli istituti. Da circa 20 anni le cose sono cambiate radicalmente: il progresso corre, ha tempi sempre più rapidi ed è segnato da competenze sempre più specifiche, il che presuppone una preparazione diversa per gli alunni e una professionalità molto più presente e qualificata all’interno dei laboratori scolastici e al supporto della DDI.
Il ruolo dell’AT Attualmente il lavoro dell’Assistente Tecnico è fortemente orientato alla didattica, come supporto necessario ai docenti e agli studenti. Nello specifico i suoi compiti sono: preparazione e allestimento dei laboratori, gestione dello stesso in compresenza con l’insegnante; manutenzione delle apparecchiature e reperimento materiale rapporti con l’ufficio tecnico e attività di coordinamento. Oltre alle competenze più tecniche, si tratta di persone molto preparate e in continua formazione, che forniscono assistenza spesso in modo completo ai docenti più “teorici”, creando appunto un plusvalore importante.
Gli orari di lavoro consistono in 36 ore settimanali, delle quali massimo 24 in compresenza con un docente e le restanti per la manutenzione delle strumentazioni. Penso Signor Ministro che La figura dell’Assistente Tecnico deve essere sottoposta ad una legge di conversione professionale. L’AT accede con lo stesso titolo (maturità) dell’ITP. E come l’ITP è inserito a pieno titolo nell’attività didattica. Spesso è laureato e non ha alcuna possibilità di passare ad un profilo superiore. Le professionalità acquisite (a causa delle contrazioni degli organici è costretto all’acquisizione di molteplici titoli di accesso) sono spesso nettamente superiori a quelle di altro personale.
Chiediamo la revisione del ruolo con il distacco dal personale A.T.A., lo stato giuridico ed economico di docenti, per tutti gli Assistenti Tecnici, così come stabilito per gli Insegnanti t.p. in sede d’istituzione di tale figura professionale (DLgs 1277/48, in GU 6/11/1948 n. 259); pari dignità e collocazione con gli I.t.p. in qualità di docenti, avendo svolto lo stesso percorso scolastico. Egregia Ministra, perché non procreate una sola figura professionale con la fusione delle due categorie professionali? Magari estendendo, come già per gli AT informatici, questa nuova figura nelle scuole elementari e medie ora accorpate? Si risparmierebbe tantissimo e si darebbe un servizio di qualità alla vita scolastica. La prego Egregia Ministra intervenga, in maniera concreta. Noi Assistenti Tecnici non siamo stai mai considerati da nessun Governo.
Grazie
Leonardo Macaluso