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Gli Ata precari e le… cartoline

Migliaia di precari del personale Ata da anni bussano alle porte della scuola per una nomina a tempo indeterminato che non arriva nonostante le numerose proteste degli anni appena passati e le promesse dei vari governi che si sono succeduti.
Destinatari delle cartoline i vari uffici del Ministero dell’Istruzione e dell’Economia, i parlamentari, i sindacati, i rappresentanti delle categorie interessate e che si stanno vedendo sobbarcati da migliaia di cartoline.
Il personale Ata, come è tristemente noto, vanta un indice di precariato altissimo che sta divenendo pericoloso e rischia di esplodere e di paralizzare l’intero sistema scolastico italiano se non saranno assunte decisioni atte ad eliminarne almeno una grossa parte.
Su un organico di circa 250mila posti si registrano quasi ottantamila posti che annualmente vengono coperti da personale precario cui vanno ad aggiungersi le migliaia di supplenze annualmente conferite, sempre con personale precario.
Una situazione, come si vede, molto grave se solo si pensa che, ove la categoria dovesse attuare le forme di protesta minacciate più volte, verrebbero paralizzati i vari istituti scolastici che si vedrebbero privati degli addetti agli uffici di segreteria, ma anche gli istituti di istruzione superiore i cui organici comprendono numerose categorie di tecnici addetti ai vari laboratori e a numerose funzioni di natura non propriamente docente, assistenti, ausiliari, ecc.
I provvedimenti in itinere, del resto, rappresenteranno la tradizionale goccia nel più grande mare.
Nell’imminenza del completamento del suo mandato il Ministro Letizia Moratti, infatti, era riuscita ad ottenere dal collega del Ministero dell’Economia, per il 2006, l’assunzione di un piccolissimo contingente, tremilacinquecento unità.
La situazione che non lascia intravedere soluzioni fa registrare continuamente disagi e malesseri nella categoria. Né, come è fin troppo prevedibile, esistono le condizioni immediate per la riduzione della piaga.
Al momento, purtroppo, ai precari Ata non resta che scrivere cartoline e augurarsi che con i noti ritardi postali arrivino ai destinatari prima della calura estiva.
 
Giuseppe Guzzo

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