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Gli edifici del futuro? Per i pediatri a misura di bambino. E di prof

D’ora in poi gli istituti scolastici dovranno essere costruiti tenendo conto anche degli aspetti estetici, salutari, ecologici e di interazioni dei circa 10 milioni di utenti – in larga parte alunni – che per nove mesi l’anno sono destinati viverle. L’indicazione di curare particolari che hanno a che vedere con la prevenzione delle malattie, oltre che la psicologia e la sociologia, è contenuta nel documento “La scuola che vogliamo”, l’iniziativa della ‘Società italiana pediatria’, che ha raccolto tutte le più moderne direttive per realizzare luoghi d’istruzione a misura di bambino: la spinta è giunta dai milioni di euro pubblici provenienti dal Piano Straordinario per la messa in sicurezza di 213 scuole di 102 Comuni abruzzesi.
I consigli da attuare svariano dall’utilizzo di vernici atossiche, agli infissi altamente isolanti. Molta attenzione verrà data alla scelta dei colori: alle superiori, ad esempio, le pareti dovranno tendenzialmente essere dipinte di blu o verde, perché, su indicazioni degli psicologi dell’età evolutiva, aiuterebbero ad attivare la concentrazione degli studenti. Per favorire ulteriormente la loro attenzione, il lato della cattedra e della lavagna del prof dovrà, inoltre, sempre essere diverso dal resto della classe. Nelle mense, invece, largo al verde o al beige.
Fondamentale viene considerata, sempre dai medici pediatri, anche l’aria delle aule: per evitare reazioni nervose sopra le righe, bisognerà evitare le esalazioni delle vernici (meglio quelle atossiche) e sbalzi di temperatura (non dovrà mai scostarsi troppo dai 20 gradi). Al bando anche i corridoi scolastici di vecchio stampa: l’auspicio dei pediatri è allargare le aule e renderle potenzialmente collegabili l’una con l’altra; una disposizione, sembra, che aiuterà l’interazione e gli spostamenti. Ma anche lo spirito di corpo a livello d’istituto, riducendo sterili competizioni interne e la realizzazione di spazi sotto-utilizzati.
Per le scuole da costruire in centri medio-piccoli, o nelle città non particolarmente grandi, come L’Aquila, i ricercatori consigliano di scegliere una zona non periferica, vicina ai servizi e ai mezzi pubblici.
Nelle intenzioni dei progettisti de “La scuola che vogliamo”, molti di questi accorgimenti serviranno prima di tutto ad evitare si sottoporre a stress (e quindi ridurre la predisposizione a malattie) gli abituali frequentatori delle oltre 42.000 sedi scolastiche italiane. In seconda battuta, gli accorgimenti predisposti dalla Sip torneranno utili per svolgere le lezioni in ambienti adatti e a predisporre al meglio la ricezione dei contenuti da parte di alunni e studenti. I pediatri sono così convinti dell’efficacia di modelli di questo genere che li hanno consigliati ai tecnici del Miur. Viene da chiedersi se in tempi di tagli generalizzati possano trovare terreno fertile oppure essere messi da parte. In attesa di tempi migliori.
Alessandro Giuliani

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