E’ stato detto a gran voce da più parti, con espressioni diverse: la l.107/15 racchiude in sé un temibile risultato di ridondanza, a cascata, capace di generare un effetto moltiplicatore che farebbe invidia all’omonimo, stupefacente strumento di analisi macroeconomica di matrice keynesiana.
Ogni giorno spuntano, arricchite, le perle seminate dall’illuminato legislatore; e difatti, dopo i docenti, ecco un’altra temibilissima categoria, insospettabile, ma proprio per ciò più pericolosa, di Contrastivi: gli Studenti della seconda classe della scuola media superiore, che racchiudono, in pectore, lo spaventoso rischio che decidano di assentarsi in massa, ovvero di rifiutarsi di compilare le prove Invalsi alla base del SNV, acronimo un po’ inquietante, ma che è “solo” il Servizio Nazionale di Valutazione.
Ma niente paura! Per fortuna, su tutto il territorio nazionale, con ramificazioni capillari fino al profondo Sud, sono sguinzagliati i solerti Presidi Sceriffo, che, vegliando sulla corretta interpretazione, applicazione e –in maniera lungimirante- superando le implicazioni della l. 107, con ciò regalando al mondo dell’istruzione una gustosa anticipazione delle famigerate e agognate “deleghe in bianco”, prevengono. Perché –si sa- “prevenire è meglio che punire”.
Facile ironia a parte, a seguire, i Fatti.
Il 09 maggio scorso, i genitori degli Studenti della 2^ classe di un Ist. Professionale Statale del meridione d’Italia –ma potrebbe essere una qualsiasi scuola del territorio nazionale- si sono visti recapitare dai propri figli una lettera a firma del D.S., preceduta da un sms per assicurarsi della consegna, di cui, in allegato, il testo integrale.
Mai come in questo caso vale appieno dire che si commenta da sé.
Eppure, alcune considerazioni appaiono inevitabili.
Oltre l’incipit dal taglio didattico, è sconcertante il “dispositivo”. <Tutto ciò premesso si comunica che in caso di assenza di massa o di rifiuto di compilazione delle prove, agli alunni verrà comminata la sanzione disciplinare di tre giorni di sospensione con l’attribuzione nello scrutinio finale del 6 in condotta e la sospensione degli “aiuti” durante gli scrutini finali>. In queste poche righe è mirabilmente sintetizzato il senso dell’autonomia più piena, regalata generosamente ai Dirigenti Scolastici che, giustamente, ne fanno ampio uso e abuso.
Prescindendo dalle più svariate circostanze che possano indurre anche un congruo numero di Studenti ad assentarsi, una considerazione di carattere generale valga per tutte: le “colpe” dei genitori ricadranno sui figli. Eh sì. Perché si presume che i ragazzi che frequentano il secondo anno di scuola superiore, siano minori. E allora, equazione vuole che il D.S. ritiene di avere il diritto di entrare a gamba tesa nel privatissimo menage di responsabilità genitoriale che la legge italiana –ancora- riconosce in via esclusiva ai genitori. E nelle sue prerogative esiste quella di scegliere insindacabilmente le scelte educative e formative ritenute più opportune, nel rispetto, ovviamente, della legge e del regolamento scolastico dell’Ist. prescelto.
A noi Partigiani della Scuola Pubblica è sconosciuto il dato relativo a un’eventuale previsione punitiva, contenuta nel regolamento, a danno di chi è colpevole di diserzione dalle prove Invalsi.
Ma ciò che invece è ben noto e radicato è il compito che abbiamo scelto per Noi: resistere a qualsiasi forma di sopruso perpetrato a danno della Scuola Pubblica e dei suoi veri Protagonisti; e sostenere con la forza della legge –quella Buona per davvero!- e delle parole, le Vittime incolpevoli di quello che è oramai un regime.
Ultimissimo rilievo è da riservare alla minaccia, veramente inquietante, della <sospensione degli “aiuti” durante gli scrutini finali>, inserita, nero su bianco, in un atto ufficiale e incontestabilmente riconducibile al suo Autore; ma a ben pensarci, non si riesce a capire se siano più sconcertanti gli “aiuti”, ovvero la loro “sospensione”.
Per tutto quanto esposto, PSP – Partigiani della Scuola Pubblica, nel solidarizzare fortemente con Studenti e Genitori iniquamente minacciati, d i f f i d a n o il D.S. dal dare seguito alle intimate punizioni, al fine di evitare “scomode” azioni giudiziarie per palese violazione di Legge.
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