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Gli emendamenti alla Finanziaria per evitare i “tagli” degli organici

Alla Commissione Istruzione della Camera la “battaglia degli emendamenti” sulla legge finanziaria è ormai in pieno svolgimento. Nei giorni scorsi maggioranza e opposizione hanno presentato le proprie proposte di modifica (sui 4 articoli che riguardano la scuola ne risultano agli atti almeno un centinaio) e da questa settimana il dibattito è aperto.
In questo primo “appunto” parliamo degli emendamenti ad uno dei commi più contestati della manovra, quello che prevede l’incremento di 0,4 punti del valore medio nazionale del rapporto alunni/classe, incremento che potrebbe determinare il “taglio” di almeno 19mila insegnanti e 7mila ATA.
Su questo comma le proposte di modifica sono una decina.
La più chiara è quella del deputato Giacomo Mancini (Rosa nel Pugno) che senza mezzi termini chiede la cancellazione dell’intero passaggio.
Valentina Aprea, insieme con altri parlamentari di Forza Italia (ma anche Barbieri dell’Udc è sulla stessa posizione), è più possibilista e propone che l’obiettivo venga raggiunto “attraverso l’adozione di nuovi criteri dell’organizzazione delle discipline e delle materie di insegnamento, prevedendone l’accorpamento secondo criteri più funzionali e riducendo, conseguentemente, gli orari di frequenza delle lezioni”
Più articolata ancora è la proposta di Alba Sasso e di altri deputati diessini che pur dichiarandosi d’accordo sulla revisione dei criteri e dei parametri per la formazione delle classi tengono a sottolineare che va comunque rispettato il numero minimo e massimo di alunni per classe (compreso quello delle classi con alunni diversamente abili).
L’operazione, secondo l’onorevole Sasso, dovrebbe realizzarsi “sulla base degli ordinamenti ancora in atto nell’anno scolastico 2006-2007”: contestualmente andrebbe abrogata, secondo questa proposta, la norma della legge finanziaria del 2002 che prevedeva tetti regionali per gli organici.
Decisamente “dirompente” l’emendamento dei deputati di Rifondazione Comunista in base al quale “i criteri per la formazione delle classi dovranno assicurare la funzionalità delle istituzioni scolastiche attraverso la riconduzione dello scarto tra organico di diritto e situazione di fatto alla sua dimensione fisiologica”
L’emendamento eliminerebbe ogni rischio di “tagli” e per questo motivo i firmatari propongono di ridurre le spese in altri settori (verrebbero diminuiti di 520 milioni il fondo per l’autotrasporto e di 350 milioni il fondo per le spese di funzionamento della difesa).
Curiosamente, però, in nessuno degli emendamenti proposti dall’uno o dall’altro degli schieramenti si prevede il ripristino del tempo pieno nella scuola elementare.

Reginaldo Palermo

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