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Gli esami di maturità dalla parte dei genitori

Sembra impossibile, ma è così. Ogni anno puntualmente si ripete lo stesso rituale: ansia per gli esami da parte degli studenti, sollecitazioni continue allo studio e all’impegno da parte dei professori, aspettative da parte dei genitori. Tutto questo nonostante le rassicuranti statistiche sul numero degli studenti ammessi agli esami e sul numero dei diplomati.

Si sa. Gli esami di maturità nell’immaginario collettivo e nella mente di chi li ha sostenuti, anche dopo molti anni, rimangono il momento di passaggio dai banchi di scuola all’età adulta e pertanto sono caricati di un significato simbolico molto forte che non può non generare ansia.

A tutto questo si aggiunga la pandemia da Covid19 che ha destabilizzato le nostre certezze e le nostre abitudini, che ha reso impossibili i momenti di convivialità, di lavoro, di attività ludiche e sportive in presenza, che ha allontanato migliaia di studenti dai banchi di scuola, privandoli della presenza calda e rassicurante dei loro insegnanti.

L’ansia dei genitori e l’ansia dei figli: una miscela esplosiva

I genitori spesso vivono l’ansia dei figli in prima persona e si agitano come se dovessero affrontarlo loro stessi. Anzi, talvolta accade che i genitori non riescono a gestire i loro timori e fanno trasparire tutto il carico di emotività, dando continuamente consigli, anche superflui, che non fanno altro che fare aumentare l’ansia dei ragazzi, peggiorando la situazione.

Infatti i genitori spesso leggono la valutazione sul rendimento scolastico del figlio come una valutazione sulla persona e, di conseguenza, su loro stessi e se il loro vissuto personale è stato segnato da ostacoli e da insuccessi, l’ansia si moltiplica, non si riesce più a tenerla a freno, diventa panico che blocca la mente. Si innesca un circuito perverso: i figli temono di deludere i genitori e i genitori temono di rimanere delusi nelle loro aspettative.

Il primo ostacolo da superare in queste settimane che precedono l’inizio degli esami, previsto per il 16 giugno alle ore 8.30 secondo l’ordine di cinque candidati al giorno scandito dal sorteggio della lettera alfabetica, è quello dello svolgimento dell’elaborato da discutere durante il colloquio. Gli studenti, entro il 30 aprile, infatti, ricevono dai docenti del consiglio di classe il titolo di un argomento sulle discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi per svolgere un elaborato aperto anche a collegamenti interdisciplinari, da riconsegnare alla scuola entro il 31 maggio.

Il clima a casa, specialmente in questi mesi di pandemia segnati in molte famiglie anche da malattia, da lutti, da problemi di lavoro, diventa dunque incandescente a causa dello stress causato da questa prima prova e dal pensiero degli esami che sono ormai alle porte.

L’irritabilità dei ragazzi, il cambiamento repentino e ingiustificato di umore possono creare problemi relazionali pesanti se una delle due parti, in questo caso i genitori, non si dotano di pazienza e non capiscono che i figli hanno bisogno di sfogare le loro paure. E con chi e dove se non in famiglia?

La collaborazione scuola famiglia: un sodalizio vincente

Gli esami di maturità possono, comunque, rappresentare una buona occasione non solo per i genitori, che possono monitorare il grado di autonomia raggiunto dai ragazzi nella gestione dello stress di fronte alle difficoltà e agli ostacoli da superare, ma anche per loro stessi, che possono capire se hanno abituato i figli durante gli anni dell’adolescenza a saper gestire i problemi in prima persona, o se, invece, si sono sostituiti in qualche modo ad essi nell’affrontare la vita, nel desiderio inopportuno di allontanare da loro ostacoli e difficoltà.

In ogni caso è opportuno che i genitori sdrammatizzino paure, ansie e aspettative e riescano a creare in famiglia un clima di serenità e di incoraggiamento, facendo rilevare anche come molto interessanti le nuove prospettive di studio e di vita che si affacciano all’orizzonte.

 E se il problema dei figli è la sfiducia in se stessi, magari aggravata dal senso di colpa di non avere studiato abbastanza, i genitori possono essere determinanti nell’infondere sentimenti positivi di autostima, ricordando magari ostacoli superati con successo nel passato o facendo appello alle loro capacità personali.

Fondamentale si rivela da sempre il dialogo forte e propositivo delle famiglie con la scuola e della scuola con le famiglie, fondato non certo solo sulle informazioni circa le valutazioni fatte registrare dai figli, ma sulla consapevolezza di essere entrambi, secondo il loro ruolo, punti di riferimento ineludibili per la formazione dei figli-alunni. Un dialogo costruito negli anni sul principio della corresponsabilità educativa, al termine del percorso di studi produce sempre i suoi frutti a beneficio degli alunni, dei genitori, della scuola.

Queste settimane che precedono gli esami coincidono con la riapertura dei locali pubblici, dei ristoranti e dei pub e con il ritorno nelle aule scolastiche. Ricordiamo ai ragazzi di evitare gli assembramenti, di osservare la distanza di sicurezza e di indossare sempre la mascherina, per evitare il rischio, concreto e non teorico, di essere contagiati. Con tutte le conseguenze del caso.

Gli esami di maturità in tempo di pandemia: che cosa devono sapere i genitori

Chi accompagnerà il figlio o la figlia il giorno del colloquio per assistere all’esame deve rispettare tutte le norme di sicurezza che sono state previste dall’Istituto per gli studenti, i docenti, la commissione e per tutti gli eventuali visitatori che a qualunque titolo entrano nella scuola.

Sarà obbligo, quindi, indossare la mascherina, utilizzare i prodotti igienizzanti messi a disposizione dalla scuola, mantenere la distanza interpersonale di sicurezza di almeno un metro, evitare assolutamente ogni forma di assembramento, seguire i percorsi di entrata e uscita dall’edificio scolastico come indicato da frecce e avvisi.

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Anna Maria Di Falco

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