di Piero Cattaneo
Prendo a prestito il titolo di uno dei capolavori teatrali di Eduardo De Filippo per … commentare, si fa per dire, la CM n. 46 del 26 maggio 2011 che riguarda la valutazione degli alunni e l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione (anno scolastico 2010-2011).
E’ proprio il caso di dire che… gli esami non finiscono mai, in quanto accanto alle tre prove scritte e al colloquio previsto dal DM 26 agosto 1981 (per ora il solo testo legislativo che regolamenta in modo organico l’esame di Stato conclusivo del 1° ciclo di istruzione) e alla prova nazionale Invalsi introdotta con la legge n. 53/2003, quest’anno viene resa obbligatoria la prova scritta della seconda lingua straniera.
A 20 giorni dall’avvio dell’esame arriva la CM n. 46 che, sulla base di una serie di considerazioni e premesse (condivisibili in merito alla necessità di dare stessa dignità e peso a tutte le materie oggetto d’esame) arriva al termine dell’anno scolastico a “imporre” l’obbligatorietà della prova scritta della seconda lingua.
La sorpresa è molta, il disagio degli allievi e degli insegnanti ancora di più, perché la CM n. 28 del 15 marzo 2007 forniva orientamenti per la valutazione in via sperimentale della seconda lingua in sede d’esame, senza però fissare u termine al periodo della sperimentazione.
Inoltre nella stessa CM 28/2007 viene lasciata la facoltà di deliberazione del Collegio dei Docenti che poteva adottare tre soluzioni:
a) prova scritta per la sola lingua inglese e valutazione della seconda lingua nell’ambito del colloquio pluridisciplinare;
b) unica prova scritta, svolta nella stessa giornata, per entrambe le lingue straniere, con unica valutazione;
c) prove scritte distinte, svolto anche in giorni separati per le due lingue straniere, in presenza di consolidate esperienze di bilinguismo.
Ora la CM n. 46 del 26 maggio 2011 informa che la fase transitoria e sperimentale prevista dalla CM n. 28/2007 è da ritenersi superata e che “si ravvisa l’opportunità che il Collegio dei Docenti preveda anche per la seconda lingua straniera un’autonoma valutazione all’interno dell’esame di Stato”.
Ma perché “tale opportunità” non è stata condivisa con i dirigenti e docenti delle scuole secondarie di primo grado e comunicata all’inizio del corrente anno? Se era stata avviata una sperimentazione, quali sono stati i risultati? Sulla base di quali risultati è maturata la decisione di modificare la struttura dell’esame di stato? E soprattutto perché solo a distanza di pochi giorni dall’esame di Stato si comunica tale decisione?
Gli insegnanti della seconda lingua comunitaria, sulla base delle delibere di inizio anno del Collegio dei docenti, programmano il loro lavoro e presentano le loro linee nel Curricolo di istituto. I genitori e gli allievi, a loro volta, sono informati fin dai primi giorni di scuola circa le modalità e la struttura dell’esame di Stato.
Perché attendere solo la fine del mese di maggio per comunicare una variazione di tale struttura e organizzazione?
Non c’è che dire, gli esami del primo ciclo di istruzione sembrano… non finire mai, anche in termini di numero di prove se lo si confronta con l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo.
Siamo 6 a 4, ma… non è un torneo di tennis!