In Italia la percentuale di immigrati (tra 25 e 54 anni) di seconda generazione laureati è oltre sette punti in più rispetto agli italiani: 26,7 per cento conto il 19,1 per cento.
L’Espresso riporta lo studio di Eurostat che conferma il divario registrato in Italia dal dato aggregato degli Stati membri: 37,5 per cento di laureati tra gli “stranieri” nati in Europa, 30,9 per cento per gli europei.
Nella categoria “immigrati”, precisa L’Espresso, rientrano anche quelli arrivati da altri stati europei, ma nulla toglie a quanto certifica Eurostat: l’istruzione avanzata tra gli immigrati di seconda generazione «with non-Eu background» – con entrambi i genitori nati al di fuori dell’Unione – si attesta al 36,2 per cento, un dato in ogni caso di gran lunga superiore alla media europea del 30,9 per cento.
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Peggio di noi (un bel conforto) solo la Romania (18,2 per cento), ma in ogni caso siamo penultimi, distanti oltre venti punti dalle nazioni più istruite, Finlandia (46,1 per cento) e Belgio (43,9 per cento). Mentre è notevole il salto in avanti compiuto dagli stranieri residenti in Italia: dal 12,7 per cento degli immigrati di prima generazione, al 26,7 per cento fatto segnare dai propri figli.
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