Laura Biancato, 51 anni, dirigente scolastico da quando ne avevo 33. Ho ancora almeno 12 anni di servizio davanti a me e devo provare a cambiare le cose. Non avrei mai pensato che il mio più grande problema nel lavoro sarebbero stati gli inenarrabili disservizi dello Stato, o meglio, del mio Ministero di appartenenza. Che non lavora con noi operatori, né per noi, ma più spesso contro di noi, che siamo suoi funzionari. In nessun altro paese civile accade questo.
Lo so per certo; l’ho toccato con mano in almeno una decina di visite Comenius, quando con l’ausilio dei colleghi presidi stranieri ho potuto esaminare a fondo ogni aspetto della loro organizzazione. L’Europa in questo senso ci ha aiutato davvero, ma ci ha anche aperto gli occhi (ahimè!). Ho scelto di giocarmi questi 5 minuti con un solo obiettivo: Far capire che il primo risultato da raggiungere è la profonda revisione di un apparato burocratico abnorme (il nostro miur), inefficace , inefficiente e costituito da organismi che non sono nè piramidali, nè orizzontali; da uffici centrali e periferici (Direzioni Generali del MIUR, USR, UST) le cui competenze sono cambiate progressivamente senza un ordine preciso, tanto che non si sa più quali siano, e che rendono vuota l’autonomia delle scuole (dove invece la preparazione e l’impegno di persone che lavorano sul campo con coscienza farebbero la differenza); da alti Dirigenti che dispongono su materie sulle quali spesso non hanno la minima competenza; da settori (leggi: funzionari) che spesso non collaborano o si contrastano.
Farò qualche esempio a breve, ma prima vi tolgo un dubbio: su questo specifico aspetto, un dirigente scolastico e per alcuni aspetti un direttore amministrativo possono davvero aiutarvi a comprendere dove serve agire in fretta. Noi sperimentiamo tutti i i giorni l’incompetenza del “centro”, l’inutilità e l’incoerenza delle disposizioni, sommersi da incombenze inutili, spesso contrastanti tra loro, che negli anni sono aumentate in modo esponenziale.
Non può capirlo chi non lo prova; nemmeno un docente, che ne paga comunque le pesanti conseguenze.
Qualche rapidissimo esempio: 1 – Il numero, l’inconsistenza e l’incoerenza delle circolari del MIUR: ho letto da poco una circolare sulle disposizioni di inizio anno scolastico 1971 – 1972 del Ministro Misasi. Chiara, scritta con un lessico comprensibile e non diversamente interpretabile, sintetica e schematica; contiene tutte le disposizioni per l’anno scolastico, dall’avvio, al calendario, alle iscrizioni per l’anno successivo (termine fine giugno e non fine febbraio come ora, e non c’erano i computer!!!), al termine delle attività. Tutto il necessario, chiarissimamente espresso. Più di 40 anni dopo, anno Scolastico 2013 – 2014: solo per il bando art. 7, fondi contro la dispersione (una bazzecola, in un anno di scuola), sette documenti diversi, tra bando, suggerimenti, chiarimenti del bando (evidentemente non chiaro di suo..), circolari dell’USR, fogli di calcolo… Non sono nemmeno bastati, perché abbiamo dovuto consultarci tra scuole o sentire gli uffici dell’USR per chiarire alcuni dubbi sulla stesura della domanda… 2 – burocrazia veramente inutile e dispendiosa in termini di impiego del personale amministrativo delle scuole: anche per un solo giorno di assenza di docente a tempo determinato , triplice copia di un pacchetto di documenti (lettera accompagnatoria, richiesta del docente vistata dal ds, copia del contratto di assunzione) per un totale di circa nove fogli per tre copie alla ufficio territoriale del MEF che, ripeto, vuole tutto in cartaceo (compreso il contratto di assunzione che hanno già dall’inizio dello stesso e che è disponibile nel sistema informativo).
E che dire dei monitoraggi che ci arrivano tra capo e collo con scadenze ravvicinate (spesso prorogate un giorno prima del termine…) e che ci impongono di destinare ore e ore , spesso settimane intere, di risorse umane alla ricerca spasmodica di documenti che risalgono ad anni precedenti, compilazione di tabelle, predisposizione di rendicontazioni e resoconto che non si sa chi leggerà mai…? E quando, come nel caso delle tanto sbandierate iscrizioni online, i modelli rigidi del MIUR non corrispondono all’effettiva esigenza di raccolta dati delle scuole, avete un’idea del tempo che si perde per tamponare? Ricerca di un supplente anche per pochi giorni: qualcuno di voi ha un’idea di quanto costi in termini tempo questa operazione, nel rispetto di una serie di norme inimmaginabile, spesso senza riuscire ad arrivare ad un risultato?
3 -il caso dei neo DS “bloccati” in Lombardia: non entro nel merito della correttezza delle decisioni. Lo cito come emblema dello sbando totale del nostro comparto; “uffici contro uffici” come ho detto all’inizio. Una legge applicata dall’USR; lo stesso Direttore dell’USR De Sanctis smentito dal Direttore Generale Chiappetta, sulla base di “segnalazioni sindacali” (ma come? E’ possibile che non ci sia stata una comunicazione interna su questa vicenda?); il Ministro che interviene per trovare una soluzione salomonica. L’effetto è stato scandaloso, comunque la si pensi rispetto all’opportunità di cambiare dirigente ad una scuola in corso d’anno. Ma non c’è nulla di cui stupirsi: noi ci siamo ormai abituati a lavorare così ogni giorno. Kafka ci andrebbe a nozze.
4 – bandi a ripetizione, per avere fondi : scuole contro scuole per pochi spiccioli pro-capite, quando va bene. Ecco l’ultima trovata del MIUR. Non un fondo certo ad inizio anno, secondo le esigenze dei singoli Istituti; no, troppo facile! Bandi a suon di milioni di euro, in corso d’anno (???) per far sì che le scuole dimostrino capacità progettuale e si conquistino i loro soldini, per quelle che sono comunque necessità insindacabili (tecnologie, dispersione, integrazione…). Ne ho contati già nove, per quest’anno. Facilissimo spiegare come funzionano: bando su un argomento (che, si badi bene, non è accessorio, ma fondamentale per ogni istituto); vincoli di progettazione (e che vincoli: praticamente ci si dice già tutto, alla faccia dell’autonomia progettuale); a questo punto, scuole contro scuole, perché i fondi sono destinati a pochi ; ore e ore per la progettazione, con una possibilità di successo pari, forse, al 10% (quindi, per il 90% tempo buttato); commissioni del MIUR o degli USR al lavoro per definire le graduatorie; assegnazione a pochi istituti e delusione per tutti gli altri. Cui prodest? E dopo le evidenze, la pars construens … come chiedevate nell’invito.
Come fare per migliorare? Ho mutuato moltissimi virtuosi esempi dalle scuole europee, ma il mio personale faro (in tema di organizzazione; non entro nella questione risultati scolastici) è il Regno Unito, esempio di vera autonomia delle scuole e gestione democratica. Il centro supporta, non distrugge od ostacola (basta dare un’occhiata al sito del British Council). Le scuole hanno un’autonomia vera, di gestione ed organizzazione, ma devono rispondere a precisi standard. Il preside è assunto dall’amministrazione locale: se non lavora bene, se ne va. I fondi sono omnicomprensivi (la scuola assume e paga anche i docenti a tempo indeterminato), ma certi sin dall’inizio dell’anno. Snellimento amministrativo: in una scuola di 1500 studenti, dove tutto è gestito internamente (dagli stipendi del personale alla ristrutturazione degli edifici, 12 milioni di sterline di budget annuale, per dire…) ho contato 4 impiegati ed un direttore amministrativo. Meno della metà rispetto ad una scuola italiana, la quale ha meno della metà delle incombenze dirette (stipendi al MEF, ristrutturazioni a provincia o comuni, e sappiamo con quali effetti di disagio…). Middle management: il preside ha più collaboratori che lo aiutano nelle funzioni di supporto concreto alla didattica e all’organizzazione.
Ometto il discorso preparazione, tirocinio, assunzione, orari e stipendi dei docenti: ce ne sarebbero di cose da copiare! Chiediamoci solo come mai la percentuale sia di maschi che di giovani tra i docenti inglesi è enormemente più elevata rispetto alla nostra… Ecco, questo è ciò che sogno per la nostra scuola: un’immediata revisione e maggiore chiarezza sulle competenze degli organi centrali e periferici (solo così si può arrivare a snellire la burocrazia); abolizione degli UST (non hanno più senso di esistere e sono un costo inutile: fateci un giro…) in favore della costituzione di reti territoriali di scuole vere e proprie fucine di idee e di mutuo soccorso. Questo potrebbe favorire la messa in rete (per territorio) di incombenze amministrative particolarmente delicate che sono state progressivamente scaricate sulle scuole senza dotarle di personale specificatamente preparato, come la ricostruzione delle carriere e altro. autonomia vera e democratica alle scuole: revisione degli OO.CC., snellimento amministrativo e decentramento reale. Ai dirigenti scolastici, un’autonomia che faccia il pari con le responsabilità.
La scuola fatta e vissuta, che tenta anche oggi di resistere alle intemperie della burocrazia e sopperire allo sbando amministrativo, ha bisogno di poter lavorare con serenità, rispondendo alle esigenze del contesto in cui opera. Fondi pochi? Almeno che siano certi a inizio anno. Questo solo può produrre capacità progettuale seria.
Non c’è solo bisogno di reintegrare e comunicare il MOF a settembre. Basta con i “bandi”. Le centinaia di milioni di euro, che quest’anno il Ministro Carrozza ha destinato alla follia dei bandi in corso d’anno, devono essere assegnati direttamente ed in proporzione ai singoli istituti scolastici, che al momento si vedono arrivare 6 euro scarsi per studente come spese di funzionamento. Sono cambiamenti a costo zero addirittura al risparmio: ci vuole solo molto, molto coraggio
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