Duro attacco al ministro dell’Istruzione da parte del direttore del reparto di Malattie Infettive al San Martino di Genova Matteo Bassetti: in un’intervista a iNews24.it, l’infettivologo ha detto che “sulla scuola si doveva agire prima. Si sarebbe dovuto intervenire a fine anno scolastico 2020-2021, e non aspettare l’inizio di quello successivo. Non è stato fatto ed è evidente che chi ha preso questa decisione a livello nazionale dovrà cogliere dei segnali in questo senso. Se in autunno ci saranno delle regioni che avranno ancora i ragazzi in dad, credo che un ministro serio (il riferimento sembra proprio a Patrizio Bianchi ndr) dovrebbe assumersi le sue responsabilità e fare un passo indietro”.
“Mi risulta che in Sicilia – ha continuato Bassetti – ci sia una quantità importante di docenti che non si sono ancora vaccinati. Allora mi chiedo come possiamo andare a riaprire la scuola tra dieci giorni con la regione in zona gialla, gli ospedali vicini alla soglia di riempimento e metà dei docenti non vaccinati?”.
Intanto, proprio la regione Sicilia da lunedì tornerà in zona gialla. “Parliamo di una regione – ha detto ancora l’infettivologo – che ha vaccinato molto poco in tutte le classi di età, anche tra la popolazione più fragile. Questo purtroppo è un dato che inevitabilmente con la ripartenza della scuola, delle attività produttive e con l’andamento stagionale di questo virus creerà dei grossi problemi, già oggi negli ospedali siciliani praticamente il 90% dei ricoveri riguarda persone non vaccinate”.
Bassetti dice che non c’è più tempo da perdere, la decisione del Green pass è debole. “Io credo che se aspettiamo ancora un po’ ad introdurre l’obbligo vaccinale, avremo un autunno molto complicato per i non vaccinati”.
“L’immunità di gregge con questa variante non esiste per come l’avevamo pensata sei mesi fa, perché oggi la Delta è una malattia infettiva diversa rispetto a quella del marzo 2020. Anche le proporzioni rispetto all’immunità di gregge (65-70%) le pensavamo per un R0 pari a 2-2,2, per cui ogni infettato contagiava al massimo due persone e mezzo. Oggi l’R0 è pari a 8, quindi questa non è più una malattia simile all’ influenza, ma somiglia di più alla varicella. E quando parliamo di immunità di gregge per la varicella ci riferiamo ad una copertura pari al 90-95% della popolazione”. Una percentuale, insomma, ancora molto lontana da raggiungere.
Un po’ più rassicuranti sono le parole espresse dal direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. Quella passata è, ha scritto su Facebook, “una settimana in continuità con le ultime. Mese di agosto tutto sommato sotto controllo, a dispetto delle paventate ondate. Il vaccino si conferma strumento efficace ed i monoclonali producono gli effetti sperati”.
“Studi seri allontanano le paure su effetti collaterali generalizzati sui giovani, mentre attendiamo ancora sui giovanissimi – ha spiegato Vaia -. La memoria immunologica sembra darci un orizzonte temporale più ampio”.
Anche il direttore dello Spallanzani di Roma, comunque, fa intendere che il vaccino per chi sta a scuola sarebbe la soluzione migliore. Parla, infatti, di “timidi spiragli di volontà concreta sui trasporti, mentre per la scuola attendiamo interventi più incisivi (quando?)”.
Con tutti i problemi di inizio anno scolastico (reclutamento portato a termine solo a metà rispetto ai 112mila posti assegnati, modalità di gestione del Green pass ancora non chiare, classi troppo numerose, distanziamento non più garantito e altri ancora), al ministro Patrizio Bianchi non servivano proprio anche le pressioni dei massimi esperti di virologia.
A questo punto, comunque, sarà determinante proprio l’esito dei contagi, dopo qualche settimana la ripresa delle lezioni, a cui ha fatto riferimento l’infettivolgo Matteo Bassetti.
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