I comitati dei docenti autoconvocati di tutte le province calabresi -Insegnanticalabresi PSP – Partigiani della Scuola Pubblica, parteciperanno alla settimana di scioperi e sensibilizzazione che i comitati studenteschi stanno organizzando.
L’autunno caldo della scuola ha inizio. Domani 2 ottobre si svolgerà la prima manifestazione studentesca in tutte le piazze delle città italiane. Gli alunni dichiarano il proprio dissenso nei confronti della legge sul Jobs Act e sulla cosiddetta riforma della “Buona Scuola”.
Il loro No è rivolto ad una legge che assegna ruoli sul modello aziendale verticistico, con una scuola in cui il ds – manager compie scelte, assegna compiti, dà direttive. Il collegio docenti viene svilito nel suo ruolo, non più luogo decisionale, ma di sola approvazione di scelte compiute dal ds in maniera univoca.
Gli alunni perdono, nei fatti, il loro diritto ad un’istruzione libera, con medesimi diritti, mentre vengono avviati ad essere solo futura forza lavoro. Non lavoro etico, fatto di scelte consapevoli e partecipate, ma lavoro d’esecuzione in cui c’è chi comanda e chi esegue.
Gli alunni chiedono maggiore partecipazione alla vita decisionale scolastica che li vede protagonisti, lottano per libri di testo e trasporti gratuiti, rifiutano l’obbligatorietà del “contributo scolastico” e la realizzazione di progetti farsa in cui i privati, le banche, le fondazioni, le multinazionali potrebbero entrare a gamba tesa nella scuola, imponendo le loro pretese.
Inoltre non accettano lo sfruttamento a cui verrebbero sottoposti con l’esperienza dell’alternanza scuola/lavoro che li vedrebbe manodopera da sfruttare.
Inoltre, temendo la imminente riforma della “Buona università “, con cui il governo Renzi di prepara a dare continuità al suo progetto di controllo delle menti, anticipano la lotta per i diritti degli studenti con minori possibilità economiche, rifiutando il cosiddetto “Fondo nazionale di Merito ” con cui si uccide il diritto allo studio e anche i “prestiti d’onore ” che spingono i neolaureati ad indebitarsi con le banche nella costruzione del loro futuro.
Gli alunni rifiutano di essere sottoposti ad un progetto formativo che li spinge ad essere solo competitivi, anziché stimolarli ad una crescita basata sul confronto e la partecipazione.
Chiedono una scuola inclusiva, in cui crescere coltivando le proprie potenzialità e i loro sogni.
Tutti in piazza quindi il 2 ottobre e poi il 9 ottobre, attraverso una settimana di chiarezza, conoscenza e confronto.