Attualità

Gli insegnanti i principali “diffusori” del covid a scuola? Lo studio Usa

Il gruppo di studio “Georgia K-12 School COVID-19 Investigation Team”, si legge su Fanpage.it, dopo aver analizzato i link epidemiologici di diversi focolai, scoppiati in sei scuole elementari su otto di un distretto scolastico della contea di Cobb, in Georgia, e dopo un’indagine sui contagi verificatisi tra il primo dicembre 2020 e il 22 gennaio 2021, un lasso di tempo ristretto durante il quale circa 2.600 studenti (circa l’80% del totale del distretto) e 700 operatori scolastici hanno frequentato gli istituti elementari, hanno concluso che gli insegnanti giocano un ruolo fondamentale  nella trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 a scuola, più degli stessi studenti.

Infatti, analizzando i link epidemiologici, gli scienziati hanno determinato che almeno due dei nove focolai osservati sarebbero emersi direttamente per contatti tra insegnanti, incontratisi durante pause pranzo, riunioni o in altre occasioni della quotidianità scolastica. 

Da questi due casi la trasmissione sarebbe passata agli studenti, che a loro volta avrebbe dato vita alla metà delle infezioni rilevate nelle scuole. Diversi altri cluster avrebbero avuto origine dalla trasmissione insegnante – studente, mentre solo in un caso un alunno rappresentava il primo della catena. 

Dall’indagine è emerso che il mancato rispetto del distanziamento fisico e il non corretto utilizzo delle mascherine hanno rappresentato il principale veicolo di trasmissione nelle suole. Per ridurre al minimo il rischio della didattica in presenza, spiegano i ricercatori Usa, è necessario ridurre al minimo le interazioni tra gli adulti, sia all’interno che all’esterno delle scuole, considerato a questo punto che  gli insegnanti sarebbero  una categoria particolarmente a rischio contagio, inoltre, i CDC sottolineano l’importanza di dar loro priorità nella campagna vaccinale.

Ma non solo, pubblica FanPage.it, diversi studi condotti in altri Paesi, come nel Regno Unito e in Francia, sono giunti alla medesima conclusione dell’analisi dei CDC, identificando negli educatori il principale “motore” della diffusione scolastica. 

Inoltre un recente studio svedese avrebbe dimostrato che tenere le scuole aperte raddoppia il tasso di infezione tra i docenti, oltre ad aumentare del 30 percento le probabilità di infezione tra i loro coniugi e conviventi. 

Che fare? Fondamentale risulta trovare una soluzione che tuteli gli insegnanti, garantendo al contempo la salute di chi lavora nelle scuole e della comunità tutta.

Pasquale Almirante

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