La funzione degli insegnanti non si tocca: non deve essere “riconfigurata” verso una nuova figura di “educatori disponibili”. A dirlo è stato il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, nel corso di un convegno svolto a Roma, il 6 ottobre, nell’ambito della giornata mondiale degli Insegnanti.
Dopo aver espresso soddisfazione per l’annunciata immissione in ruolo, entro il prossimo mese di settembre, di 148.100 insegnanti precari, Di Meglio ha tenuto a dire che “per fare la Buona scuola non servono buoni ‘docenti sociologi o educatori’, ma buoni ‘docenti di alto profilo culturale’ che sappiano trasmettere i saperi”.
“Renzi – ha aggiunto il sindacalista – ci mette di fronte a qualcosa a cui non possiamo dire di no, cioè all’assunzione dei precari, ma in cambio ci propina la dequalificazione della scuola pubblica, con insegnanti che diventano meri educatori. Presto faremo sentire la nostra protesta”.
Per questi motivi, la Gilda dice no a “un nuovo status del docente come previsto dalle linee guida del governo”, ciò che vale è il “fondamento culturale”: no quindi “alla banca delle ore”, messe a disposizione dagli insegnanti, per ridurre le supplenze brevi (è una soluzione “confusa e pericolosa”), no alle aperture pomeridiane delle scuole gestite dagli insegnanti (diventerebbero “operatori sociali”) e no all’abolizione degli scatti di anzianità a favore di scatti di competenza.
Per il sindacato, che oggi ha presentato un documento sulla “Buona scuola che vorremmo”, occorre, tra le altre cose, “riconoscere adeguatamente in termini stipendiali la formazione, se obbligatoria, degli insegnanti” e “ridimensionare il ruolo del dirigente” a favore di “un coordinatore della didattica eletto dai docenti”. Servono inoltre “più concretezza sui contenuti didattici, più ore di laboratorio negli istituti tecnici” e una maggior attenzione “sui finanziamenti dei privati, perché non si accentuino diseguaglianze tra istituti”.
“E’ assurdo – ha concluso Di Meglio – premiare gli insegnanti per progetti e gite e non per l’insegnamento. Se non si punta sul miglioramento delle competenze degli studenti, si ottiene l’effetto contrario” della buona scuola. Forti critiche alle linee guida del Governo sono arrivate anche da Silvia Chimenti (M5s), per la quele sarebbero caratterizzata da “una logica ricattatoria, una mercificazione del sapere e una logica aziendalistica della scuola”.
“Bisogna ripensare al meccanismo sugli scatti di merito – ha detto l’ex ministro dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni, contestato da alcuni docenti – lo Stato deve investire risorse sull’aggiornamento degli insegnanti per renderlo obbligatorio e deve rivedere la valutazione per ottenere gli scatti di carriera”.
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