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Gli insegnanti sono in vacanza gratis? Provocazione di un preside veneto

“Queste giornate di vacanza per gli studenti – esordisce Zen – per i docenti in realtà non dovrebbero essere di vacanza. Non essendo giorni di ferie, tutti dovrebbero essere in servizio, nonostante la pausa delle lezioni”. Dunque “vista la possibilità da parte dei docenti e dei presidi di un periodo di vacanza anche senza essere in ferie”, vengono offerti degli “stimoli di riflessione, in vista di una ricaduta sul lavoro di classe con gli studenti”.
“Ho notato – scrive Zen – anche in molti giovani docenti, una cosa che da tempo mi sta facendo riflettere: trovo troppi professori che si limitano ad eseguire il proprio lavoro secondo un profilo minimalista, senza entusiasmo, senza quella grinta educativa che i nostri studenti attendono come la manna”. L’invito pertanto è ad utilizzare bene le “vacanze gratis”, affinché non siano un riposo vuoto e consumistico, bensì “proteso a meditare il senso del proprio servizio ai ragazzi di oggi”.
Tuttavia, ripetere per ben sette volte in un articolo che gli insegnanti sono “in vacanza” e aggiungere per due volte anche “gratis” è davvero molto provocatorio.
Fastidio e stupore sono le prime reazioni per questa esternazione, come ha prontamente espresso il signor Giorgio Pilastro, marito di una maestra elementare. Si aggiunge un senso di umiliazione da parte di chi fa il proprio dovere e si sente preso di mira da gratuite ed approssimative generalizzazioni.
Se consideriamo che nel periodo del governo Berlusconi-Gelmini gli insegnanti, forse più degli altri lavoratori del pubblico impiego, sono stati “cornuti e mazziati” da ogni genere di provvedimento, mentre la cosiddetta “valorizzazione del merito” è stata una ennesima presa in giro, forse non sarebbe il caso di gettare benzina sul fuoco. 

Nell’approfondimento pubblichiamo l’allegato con l’articolo di Gianni Zen uscito sul Giornale di Vicenza del 28/12/2011 e la risposta di Giorgio Pilastro del 29/12/2011. 
Inoltre, sull’argomento abbiamo ricevuto un interessante intervento di un lettore, pubblicato nella rubrica “I lettori ci scrivono”. 

Anna Maria Bellesia

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