Si tratta in effetti di un diritto e un gruppo di insegnanti lo vuole giustamente riconosciuto, quello cioè di poter usufruire di un “pasto completo” quando sono impegnate nel servizio di sorveglianza degli alunni durante la mensa. A protestare, si legge su Ansa, presentando regolare ricorso alla sezione lavoro del tribunale di Spoleto, sono una trentina di insegnanti e una collaboratrice della scuola primaria e dell’infanzia Santa Caterina di Foligno.
Ricorso contro il Miur
Il ricorso è stato avviato tramite avvocato che immediatamente ha chiamato in causa il ministero dell’Istruzione, l’Ufficio scolastico regionale e l’istituto comprensivo dove le docenti lavorano.
Il personale – si sostiene nel ricorso – si trova a “dover affrontare un’incresciosa situazione da diverso tempo”. Le insegnanti e la collaboratrice sostengono che quando sono impegnate nel servizio di sorveglianza si “vedono negare il pasto completo”, potendo usufruire di primo e contorno ma non di pietanza, frutta e pane.
Essendo poi “impossibilitate” anche a integrarlo con vitto portato dall’esterno “poiché di ciò è fatto espresso divieto dal Regolamento di ristorazione scolastica”.